E’ sul mercato dell’intera filiera boschiva che il sindaco di Saracena, Mario Albino Gagliardi, ha deciso di investire per incrementare lo sviluppo economico e, di conseguenza, le opportunità lavorative per i giovani disoccupati del posto. E’ con questo obiettivo che continuano gli incontri pubblici voluti dal primo cittadino con le aziende locali. Saracena, dunque, con i suoi 7000 ettari di bosco – di cui 3600 sfruttabili senza particolari vincoli – potrebbe entrare nel mercato nazionale ed europeo che sfrutta il patrimonio boschivo.
L’Amministrazione comunale sta predisponendo un bando pubblico per l’affidamento dello studio di fattibilità e del business plan necessari all’avvio di un’iniziativa che, del resto, riprenderebbe anche la grande tradizione culturale degli insediamenti produttivi della “Rueping”. La società italo-tedesca, infatti, fino al secolo scorso, aveva una importante stazione proprio nel territorio di Saracena, nell’attuale frazione di Zoccalia, collegata con una teleferica alla località montana di Campolongo (dove veniva raccolto il legno prodotto) e con Spezzano dalla ferrovia Decauville, costruita ad hoc per facilitare le operazioni di esbosco del legname proveniente dal taglio delle foreste, utilizzato per le traversine ferroviarie e destinato a Napoli.
«Tre – spiega Gagliardi – sono le filiere sulle quali possiamo investire: quella industriale, legata all’utilizzo del tronco, per il mobile; quella della trasformazione a fini produttivi, legata tra gli altri, all’utilizzo del pellet; quella della biomassa (dello stralcio e del cosiddetto cippato) utile per la produzione di energia. In questa cornice – fa sapere il sindaco – è in programma un incontro, insieme ai tecnici comunali, presso il polo produttivo delle cartiere di Fabriano nelle Marche. Stiamo dialogando con i nostri giovani – conclude Gagliardi – fornendo loro tutte le informazioni necessarie per contribuire a far cogliere questa straordinaria opportunità, stimolandoli a valutare in concreto la possibilità di associarsi in cooperative o, per le aziende, in associazioni di imprese».
Federica Grisolia