La manifestazione, organizzata nei dettagli dalla professoressa Lucia Micalizzi con il contributo delle colleghe Zoila De Bartolo e Loredana Bastanza ha tracciato, attraverso pillole di Storia, il lungo percorso della discriminazione razziale nei confronti degli ebrei sino al culmine rappresentato dai campi di concentramento allestiti durante la Seconda Guerra Mondiale tra la Germania e la Polonia. Testimonianze, poesie, canti, hanno carpito l’attenzione del pubblico presente nella Sala Consiliare del Comune di Amendolara, che in religioso silenzio e senza applausi (nel rispetto della commemorazione) ha seguito con interesse la rappresentazione degli alunni. I piccoli allievi del Comprensivo hanno simbolicamente recitato dietro un filo spinato, lo stesso dei campi di Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Treblinka dove dal 1938 al 1945 sono morti più di sei milioni di ebrei e decine di migliaia di bambini. I Russi entrarono ad Auschwitz il 27 gennaio 1945 e trovarono l’inferno. Il momento principale del ricordo, nella sala consiliare, è stato preceduto da un breve spazio istituzionale con i saluti del sindaco Antonello Ciminelli e della Dirigente scolastica Gemma Faraco, seguiti da una testimonianza letteraria del dottor Francesco Bradascio.
Tra gli altri, Nicola D’Elia della III A ha recitato a memoria e con sentimento, la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”, divenuta negli anni la madre delle testimonianze. Toccante, invece, l’interpretazione della piccola Elisa Sassano della I B, che ha riproposto un breve e straziante dialogo tra una mamma ebrea ed il suo bambino nei terribili attimi che precedevano la morte nella camera a gas. “Mamma dove ci portano? – Amore vieni, stai buono – Si mamma, ma cos’è quest’odore? Perchè ti tieni il cuore? Mamma che hai, ti viene sonno? Viene anche a me, e allora… dormo”.
Vincenzo La Camera