Morire d’infarto dopo un’affannosa corsa verso l’ospedale più vicino, che tanto vicino non è perché, inopinatamente chiuso il reparto di Cardiologia-Utic di Trebisacce che tante vite umane ha salvato nell’arco dei suoi 30 anni di vita, oggi si trova a oltre 40 chilometri di distanza. E’ quello che è successo questa mattina (giovedì) a F.R. una signora di 79 anni di Trebisacce che, colta da improvviso malore e trasferita con “codice rosso” per mezzo dell’ambulanza del 118 di Trebisacce presso l’ospedale “Giannettasio” di Rossano, è deceduta poco dopo il suo ricovero in ospedale per infarto acuto del miocardio.
Per la verità questa volta l’emergenza-urgenza è capitata ad una paziente di Trebisacce, ma quando capita a pazienti dei tanti paesi delle aree interne dell’Alto Jonio, le distanze si dilatano a dismisura, cosicchè l’ospedale è sempre più lontano e la morte, invece, sempre più vicina. A nulla sono valsi finora gli appelli, le proteste, le iniziative istituzionali. Il Piano di Rientro redatto dal Commissario ad acta Scopelliti ha raso al suolo ogni struttura sanitaria, pubblica e privata, su un arco di territorio di oltre 80 chilometri.
Sullo scabroso tema della sanità oggi, in piena campagna elettorale, i due schieramenti contrapposti, si giocano un capitolo importante del successo o dell’insuccesso. Anche la morte di questa signora, attribuita alla chiusura dell’ospedale di Trebisacce, non è dunque passata inosservata e tutti pensano che la questione ospedale non debba essere considerato un capitolo chiuso. «E’ giusto e necessario – ha scritto in proposito il candidato-sindaco di “Vivere Trebisacce” Franco Mundo – che entrambi gli schieramenti discutano delle responsabilità e la questione-ospedale venga posta al centro del dibattito politico, senza speculazione alcuna, ma discutendo pacatamente sulle conseguenze drammatiche che ha comportato la chiusura del “Chidichimo”». Anche il candidato-sindaco di “Trebisacce Futuro” Pino Sposato, ha promesso il proprio impegno per cercare di recuperare qualcosa dell’ospedale valorizzando il proprio ascendente ed il proprio peso politico. «Non so se sarà possibile salvare il salvabile, – ha scritto Sposato nella sua lettera agli elettori – ma prometto tutto il mio impegno per attenuare le conseguenze di una perdita così grave».
Pino La Rocca