Salvata bimba in fin di vita all’ex ospedale di Trebisacce
Una bambina del luogo, S. S., di 5 anni, in pericolo di vita perché colta da grave shock anafilattico, è stata soccorsa e salvata dai sanitari dell’ex ospedale di Trebisacce che hanno fatto gioco di squadra avvalendosi però della presenza solo casuale di un medico-anestesista che si trovava lì per caso.
L’episodio si è verificato giovedì sera (26 febbraio) intorno alle 20.30 ed a riferire quei concitati momenti, ancora scossa per lo scampato pericolo, è la mamma della bimba che ha raccontato della disperata corsa in auto verso il “Chidichimo” con in braccio la sua bambina che, dopo aver ingerito un normale farmaco pediatrico contro la cistite, veniva colta da shock anafilattico tanto che non dava segni di vita: si presentava infatti cianotica in viso, con il corpo rigido, senza battito cardiaco e senza respirazione.
Presso il PPI, valutata da parte dei sanitari di servizio la gravità della situazione, è scattata l’operazione di rianimazione a cui, come si diceva, ha dato un contributo essenziale un anestesista-rianimatore il quale, in collaborazione con il personale del PPI e del 118, ha messo in atto tutte le metodiche previste dal protocollo nei casi di grave emergenza sanitaria (ventilazione artificiale, somministrazione di ossigeno, terapia farmacologica…) riuscendo così, a fatica, a rianimare la bambina che solo intorno alle 22.00 è stata trasferita, ancora in codice rosso, presso il reparto di Pediatria di Cosenza dove è tuttora ricoverata ma fuori pericolo.
Non si è trattato ovviamente di un miracolo, ma di uno dei tanti casi di “buona sanità” che spesso non fanno notizia. Fa notizia invece, e secondo i genitori della bambina deve indurre ad una seria riflessione, il fatto che l’anestesista, che dovrebbe far parte stabilmente di una struttura sanitaria salva-vita come il PPI, si trovasse sul posto solo per caso.
Pino La Rocca