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Trebisacce, sindacati criticano coordinamento infermieristico Lungodegenza

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«Gravi anomalie che da anni e senza un effettivo intervento amministrativo continuano a registrarsi nel reparto di Lungodegenza del Centro assistenza primario territoriale “Chidichimo” di Trebisacce». E’ quanto denunciano i dirigenti provinciali della Uil – Federazione poteri locali, Giovanni Valentino e Vincenzo Leonetti, che hanno così deciso di scrivere alla Direzione generale dell’Asp di Cosenza, per chiedere «l’immediato ripristino della legalità, partendo dalla nomina di un nuovo direttore dell’unità operativa». I sindacati, parlando di «coordinamento infermieristico duplicato», insorgono poiché, ad oggi, «l’Asp di Cosenza corre il rischio di pagare due posizioni organizzative simili e tra loro conflittuali».

«L’affidamento dell’incarico di coordinamento infermieristico – affermano i due rappresentanti sindacali – oltre che illegale, è anche superfluo ed inopportuno, in quanto, nella struttura sanitaria, esiste già una figura professionale di capo sala».

Ciò che lamentano è un «continuo clima di tensione vissuto dal personale infermieristico, dagli ausiliari e dagli operatori sanitari, a causa di un’organizzazione del lavoro disomogenea ed impropria, sotto l’aspetto logistico, ma soprattutto relativo all’utilizzo delle risorse umane. Stante tale condizione di lavoro, all’ospedale di Trebisacce – avvertono Valentino e Leonetti – il rischio esasperazione per il personale è ai massimi livelli di guardia ed il perdurare di questa situazione, divenuta intollerabile, rischia di avere gravi ripercussioni sulla qualità dell’assistenza».

Altro aspetto su cui si soffermano i due dirigenti della Uil è «lo spreco di risorse umane dovuto alla «disposizione ed organizzazione logistica assegnata alla Lungodegenza e alla Residenza sanitaria assistenziale medicalizzata. Alla luce di ciò – affermano – sarebbe necessario valutare l’opportunità di nominare una commissione ad acta per monitorare le modalità e i criteri adottati per i ricoveri e la verifica delle autorizzazioni e dell’utilizzo delle ore di lavoro straordinario».

Valentino e Leonetti parlano di una «situazione ai limiti della legalità, le cui gravi responsabilità di gestione sono da ricercarsi nell’attività manageriale del direttore dell’Uoc. Ecco perché, al fine di porre fine a questa difficile condizione di disagio ambientale e organizzativo – concludono i due sindacalisti – confidiamo nell’Azienda sanitaria affinché metta in atto azioni migliorative, partendo proprio dalla nomina di un nuovo direttore dell’unità operativa».

Federica Grisolia

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