(Riceviamo e pubblichiamo) – Vorremmo serenamente condividere un pensiero insieme a voi in merito alle intenzioni che hanno animato e che alimentano i momenti di preghiera condivisa vissuti in questo tempo liturgico nel quartiere ‘Croci’ di Oriolo, colpito dalla frana, per meglio comprendere il valore della presenza della Chiesa all’interno di una comunità, soprattutto in momenti di particolare disagio come quelli che stiamo vivendo in questi giorni. L’imprescindibile dimensione sociale della Chiesa implica anche la condivisione reale di eventi che minacciano l’incolumità e l’integrità dei fratelli, dei cittadini, maggiormente esposti nelle prove ad un generale senso di impotenza e solitudine.
Puntualizzazione, questa, necessaria e non polemica, al solo scopo di ricordare il significato autentico della missione evangelizzatrice: carità e compassione, ascolto e condivisione fraterna, che si traducono in presenza viva della chiesa tra i suoi figli. Così come tante volte ci esorta a vivere il nostro amato Santo Padre Francesco: “uscire da se stessi per andare verso gli altri, verso le periferie dell’esistenza perché c’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso. Siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente- in questo tempo liturgico più che mai- nelle tante, piccole e grandi croci che ci affliggono, tra i fragili, gli indifesi, tra coloro i quali vedono le certezze della propria vita sgretolarsi come terra, come i tetti, come le case. Diversamente, si corre il rischio di scivolare in semplificazioni che possono alterare e sfigurare l’essenza evangelica delle azioni.
La nostra più grande gioia è aver ritrovato una comunità matura nella fede, guidata dal suo pastore don Nicola De Luca, che con autentico spirito di solidarietà ha accolto l’invito a stringersi intorno ai fratelli che stanno vivendo ore difficili, raccolti nella preghiera e nelle celebrazioni della settimana santa, così come è avvenuto lo scorso mercoledì in occasione della santa messa delle 11 e per l’Adorazione Eucaristica notturna del Giovedì Santo. Con immensa fiducia nella protezione della Madre del Cielo, che sempre intercede per i suoi figli, si è levata dalle macerie una preghiera corale per invocare la salvezza di questa terra. Gesti, segni tangibili della presenza viva del Signore in mezzo a noi, che lenisce e consola, fortifica e dona speranza, manifestazioni di fede da non vanificare con riduttive interpretazioni. Con lo stesso spirito, parallelamente alla via Crucis che avrà luogo -come di consueto – per le vie principali del paese, ne è stata programmata subito dopo un’altra, nel rione ‘Croci’ (ore 21.30), così come la Santa Messa della Domenica di Pasqua (ore 10.30) per annunciare anche lì la gioia e la speranza di Cristo Risorto.
Antonella Accattato, Domenico Carelli