Lo stemma scelto da mons. Savino raffigura una stella a otto punte, un ramoscello d’ulivo (simbolo della pace, ma anche della sua terra), un cesto che simboleggia la moltiplicazione dei pani e dei pesci e, infine, una colomba (a rappresentare la pace e lo Spirito Santo).
Durante la solenne liturgia, i riti esplicativi. Dopo la presentazione dell’eletto con la lettura del mandato apostolico da parte dell’amministratore diocesano, monsignor Francesco Di Chiara, l’omelia di mons. Cacucci: «Nulla appartiene a noi. Al Signore solo appartiene il gregge. A te è dato di accompagnarlo temporaneamente e di amare la Chiesa di Cassano con tutto te stesso. Chiedo alla Chiesa Santa di Cassano di accoglierlo. E’ stato amato e amerà anche voi». Umiltà del magistero, carità di Cristo, i fondamenti del ministero episcopale.
Un lungo applauso ha accolto, così, l’ottantacinquesimo vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio.
Federica Grisolia
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«Oggi rinnovo in modo speciale le mie nozze con la sposa, la mia Chiesa». Monsignor Francesco Savino, vescovo eletto della diocesi di Cassano all’Jonio, ha ringraziato i presenti alla cerimonia di ordinazione episcopale nella sua città natale di Bitonto. Per l’occasione si sono recati dalla Diocesi di Cassano circa 500 fedeli, oltre tutto il clero. «Vorrei ringraziare tutti senza tralasciare nessuno. E mi rivolgo, innanzitutto, a Colui che è il senso della mia vita: al mio amato Gesù. Che profumo dal sacro Crisma che mi è stato versato sul capo! Guai a me se lascerò che venga contaminato, se non lo custodirò custodendo la Chiesa, mia Sposa».
Mons. Savino ha ringraziato Papa Francesco, il cardinale Salvatore De Giorni, monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, don Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato, i vescovi consacranti e quelli che non ci sono più. Senza mai dimenticare i poveri che «ci richiamano a scelte più coraggiose di decentramento da noi stessi e dalle nostre comodità», gli emarginati, gli esclusi, la sua Bitonto, i devoti dei Santi Medici: «Da tutti ho compreso che le forme semplici di religiosità sono autentiche». Ha ringraziato poi la sua famiglia, la diocesi di Cassano, i sacerdoti, i vescovi, la comunità del seminario regionale di Molfetta.
«Ho cercato di essere servo fedele nei ministeri che ho svolto finora. Ora il servizio si fa più ampio, diverso, ma sempre servizio, servizio alla Diocesi di Cassano all’Jonio. È stata una bella avventura: l’avventura dello Spirito che costituisce la mia identità di uomo e di credente. Questa comunità è la mia vita, la mia storia!».
f.g.