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Follia a Rossano. Cane morto trascinato da un’auto

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Scene di ordinaria follia a Rossano. Nella mattinata di sabato 16 maggio un uomo, alla guida del suo Pick up, è stato fermato in zona Acqua di Vale (nel centro storico cittadino) dai carabinieri perché stava trascinando la carcassa di un cane, legato alla vettura attraverso una corda. L’uomo, una volta bloccato dai militari, è rimasto incredulo di fronte alla presenza di quel che restava dell’animale. Il conducente della macchina, infatti, ha spiegato a più riprese di non aver legato il cane al mezzo e di non essere il proprietario dell’animale. Sul posto è giunto anche un veterinario dell’Asp di Cosenza che ha concordato che il cane era morto da una ventina di giorni. Non si esclude l’ipotesi di uno scherzo, alquanto orrendo, ai danni del conducente del mezzo o di una ritorsione nei confronti dell’uomo. I carabinieri, nel frattempo, stanno cercando di far luce sul triste episodio e sul reale coinvolgimento dell’automobilista in questo macabra vicenda.  Sui social, intanto, monta la rabbia per questo avvenimento, anche perché negli ultimi mesi nella città bizantina i cani, in particolare quelli randagi, sono spesso e volentieri bersagli indifesi dell’idiozia umana. La foto che abbiamo inserito a corredo dell’articolo, è probabilmente una delle meno cruente tra quelle che in queste ore girano in rete.

Anche le forze politiche hanno stigmatizzato l’episodio, la federazione rossanese dei Verdi, attraverso un comunicato stampa, ha sottolineato che «la vicenda squallida di questa mattina è inaccettabile per un paese che voglia definirsi civile e moderno. Chiediamo che si intervenga con durezza sui responsabili di questo scempio e che si possa dare giustizia ad un essere indifeso la cui unica colpa è stata quella di incontrare degli animali con due gambe. Ci rendiamo conto con tristezza – prosegue il comunicato – che nonostante le campagne di informazione e di sensibilizzazione, restiamo un paese fortemente arretrato sui temi dell’ambiente e degli animali e episodi come quello di oggi sono lo scontato epilogo di un’ignoranza in materia che sfiora la barbarie».

Pasqualino Bruno

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