Castrovillari, genitori anche in carcere. Bambini riabbracciano mamma e papà
In Italia circa centomila bambini sono figli di genitori detenuti, costretti a crescere senza figura materna o paterna al loro fianco nella quotidianità. E proprio per cercare di colmare questa assenza, educatori e volontari si impegnano giornalmente per far sì che i bambini possano vedere i propri genitori all’interno del carcere. A Castrovillari, nei giorni scorsi, si è tenuta la terza Giornata dedicata alla genitorialità. Promotore e artefice dell’iniziativa, la volontaria, dott.ssa Carmela Rosato, collaboratrice dell’associazione “Bambini senza sbarre” di Milano, impegnata da 10 anni in Italia in ambito penitenziario nei processi di sostegno psicopedagogico alla genitorialità in carcere con un’attenzione particolare ai figli, colpiti dall’esperienza di detenzione di uno o entrambi i genitori, e la collaborazione del gruppo scout Castrovillari 1.
Attenti al mantenimento del rapporto genitoriale e aperti alla realizzazione di queste giornate sono stati il direttore della casa circondariale di Castrovillari, dott.ssa Maria Luisa Mendicino, la responsabile dell’area educativa, dott.ssa Mariapia Patrizia Barbaro, il comandante Leonardo Gagliardi, il vice comandante Carmelo Di Giacomo, il sovrintendente Aita e gli agenti. Una giornata dell’accoglienza perché gli scout hanno accolto i piccoli portandoli nella sala colloqui, dove ad attenderli c’erano i genitori, gli altri scout e l’educatrice. Accoglienza perché – anche se per poche ore – il carcere è diventato un ambiente colorato, con palloncini e cartelloni. Un luogo dove risuonavano le voci innocenti e divertite dei bambini che hanno giocato tra di loro e con le mamme e i papà.
Alle attività di disegno, gioco e animazione ha preso parte anche il magistrato di sorveglianza, la dott.ssa Silvana Ferriero, che ha assistito alla giornata, soffermandosi sul distacco tra i detenuti e i loro figli. Tutelare il rapporto genitori-figli è necessario per la serenità del bambino e per la sua crescita, ma rappresenta anche per il genitore detenuto un percorso in linea con gli obiettivi risocializzativi della pena, per cui è fondamentale la possibilità di relazionarsi con chi è fuori ai fini del suo reinserimento sociale.
Federica Grisolia