Non tornerà alla condizione originaria perché il Piano di Rientro non prevede la ripetitività delle Divisioni ospedaliere, ma l’ospedale di Trebisacce “tornerà ad essere un presidio sanitario inserito nella rete ospedaliera della Sibaritide-Pollino”. Questo in estrema sintesi il risultato del summit convocato dal governatore Oliverio e che ha avuto luogo ieri presso la presidenza della regione Calabria. L’incontro, il primo dopo le sentenze del Consiglio di Stato favorevoli alla riapertura degli ospedali “di confine”, era molto atteso anche perché confortato dalla presenza di tutti gli organi decisori e consultivi: il presidente Oliverio, il Commissario ad acta Scura ed il sub-commissario Urbani, i vertici dell’Asp cosentina con a capo il Commissario Filippelli, il collaboratore di Oliverio per la sanità Pacenza ed una delegazione di amministratori e sindaci dell’Alto Jonio guidata dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo e dall’assessore La Regina.
«Ho verificato di persona le gravi criticità esistenti nei territori, – ha dichiarato Oliverio confermando gli impegni assunti e chiedendo al commissario Scura di farsi carico delle sue raccomandazioni – criticità che, oltre a elidere i livelli minimi di assistenza, generano una crescente migrazione sanitaria per cui dobbiamo correggere con urgenza gli errori fatti dalla politica». «E’ mortificante – gli ha fatto eco il sindaco di Trebisacce Franco Mundo dopo aver consegnato al Commissario Scura la proposta sanitaria elaborata con l’ausilio dei medici – che debbano essere i giudici a disegnare la sanità nei territori. E’ per questo che noi non vogliamo sventolare la sentenza come arma di ricatto, ma ci appelliamo alla politica perché venga ripristinato il diritto alla salute». E’ quindi seguita una serrata e animata discussione tra le parti, nella quale il Commissario Scura ha fatto presente che il compito assegnatogli dal Ministero è quello di rivedere la rete ospedaliera, di riequilibrarne la presenza sui territori ma anche di far quadrare i conti, per cui nessuno deve aspettarsi miracoli, fermo restando che deve essere eliminato il deserto sanitario esistente in alcuni territori. «Fatemi guardare meglio le carte – ha confidato l’ing. Scura dimostrandosi possibilista, ma fino a un certo punto – e consentitemi un’approfondita valutazione delle effettive criticità per passare subito dopo alla correzione delle anomalie più gravi». Detto questo Scura ha preso impegno di essere sul posto nella giornata del 2 giugno per verificare di persona le condizioni strutturali del “Chidichimo”.
Pino La Rocca