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Il nuovo vescovo Savino entra a Cassano

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«Sono onorato di essere stato mandato in Calabria da Papa Francesco ad essere vescovo di una Diocesi bella e storica come la Diocesi di Cassano all’Ionio. La terra calabra è terra di uomini e di donne capaci di fare sintesi tra le “ragioni della ragione” e le “ragioni del cuore”, tra la tradizione e la modernità. Una terra generosa e accogliente, bella e di profonda cultura». Queste le parole di monsignor Francesco Savino, nuovo vescovo di Cassano, che oggi (31 maggio) ha iniziato il suo ministero episcopale, con una celebrazione liturgica nella Basilica Cattedrale “Santa Maria del Lauro”.

In mattinata l’incontro con i giornalisti nella sala conferenze del seminario vescovile. Nel pomeriggio, la visita ai malati dell’Hospice “luogo della dignità della vita”. Una processione di fedeli ha accolto mons. Savino fino alla piazza, dinanzi la Basilica dove poi è stata celebrata la messa. Prima della concelebrazione eucaristica, un momento di preghiera ai piedi del Monumento all’Immacolata, il saluto delle autorità civili e il benvenuto delle istituzioni: il sindaco di Cassano, Gianni Papasso, ha consegnato a mons. Savino le chiavi della città.

«E’ tempo di “osare l’aurora, nonostante la notte”, ciascuno nel suo ruolo. Dinanzi a noi – ha detto il presule – si apre una grande sfida: passare dalla cultura dello scarto, degli avanzi, della globalizzazione dell’indifferenza, alla cultura dell’incontro, del dialogo, della convivialità delle differenze, dove la differenza o ogni forma di diversità sono una risorsa e non un problema».

«La cultura dello scarto è generata ancor di più dalla disoccupazione. Il lavoro diventa quindi la priorità delle priorità e come Chiesa dichiaro subito la disponibilità a collaborare per intraprendere ogni strada possibile, per creare lavoro pulito che dia dignità alle persone. Iniziamo a camminare insieme per diventare protagonisti di un “nuovo umanesimo” – ha concluso mons. Savino – che faccia della nostra Diocesi, della nostra Calabria, un territorio dove cielo e terra si possano incontrare».

Federica Grisolia

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