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Salandria salva la Reggina. Exploit del talento di Albidona

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C’è un pezzo di Alto Jonio nella storica permanenza della Reggina in Lega Pro. Francesco Salandria, nato a Trebisacce ma albidonese doc, è uno dei simboli della nuova generazione di talenti della squadra amaranto, che in questa stagione ha rischiato il baratro del ritorno nei dilettanti dopo 60 anni di assenza, per poi salvarsi nello scontro playout contro gli “odiati” rivali del Messina, grazie anche all’apporto della “meglio gioventù” cresciuta nel settore giovanile del Sant’Agata, da sempre fucina di calciatori di buon livello.

Salandria, da poco ventenne (è nato il 18 aprile del 1995 ndr) è di certo una delle poche note positive della stagione contorta della Reggina. Regista davanti alla difesa o all’occorrenza mezzala, Francesco  incarna perfettamente l’identikit del “centrocampista completo”, termine tanto in voga tra gli addetti ai lavori del mondo del pallone. Salandria, infatti, abbina grinta e generosità a delle doti tecniche non indifferenti, tanto che spesso e volentieri è toccato a lui, durante la stagione 2014-15, dettare i tempi della manovra della squadra amaranto. Il ragazzo di Albidona, inoltre, è dotato di una personalità difficilmente riscontrabile nei suoi pari età. Dopo tutta la trafila nel settore giovanile della Reggina (è stato prelevato dalla squadra del suo paese nel 2008, quando aveva ancora tredici anni ndr), nel campionato 2013-14 Salandria è diventato vice-capitano della Primavera amaranto, giocando 21 partite e realizzando 3 gol in campionato. Ciliegia sulla torta la convocazione e l’esordio con la nazionale italiana Under18. La sua tecnica e il suo carisma non sono di certo passati inosservati. Gagliardi e Zanin, in quel momento alla guida della prima squadra, decidono di farlo esordire in serie B, contro l’Avellino, il 25 maggio 2014. Nel campionato appena terminato, nonostante la girandola di allenatori in casa amaranto (Prima Cozza, poi Tortelli, successivamente Alberti Mazzaferro e infine Giacomo Tedesco ndr), Salandria si ritaglia uno spazio importante all’interno della prima squadra, a tal punto che spesso e volentieri gli vengono affidate le chiavi del centrocampo della squadra calabrese. Francesco stupisce anche e soprattutto per la sua determinazione e per quella sua capacità di “onorare la maglia”; non sono poche le partite dove deve abbandonare il campo anzitempo perché distrutto dalla fatica e dai tanti chilometri percorsi nel rettangolo di gioco.

Tante fatiche che alla fine hanno portato a una ricompensa: la permanenza della Reggina in Lega Pro. Il ventenne di Albidona, infatti, è anche tra i protagonisti nelle due sfide playout contro il Messina. Un doppio 1-0 che ha permesso agli amaranto di restare tra i professionisti. E dire che, ad aprile, i calabresi erano già matematicamente in Serie D, dopo aver subìto una penalizzazione di 12 punti. Successivamente il ricorso della società e la decisione delle Sezioni Unite del Tribunale d’Appello di restituire i punti tolti precedentemente, hanno permesso alla Reggina di ottenere un posto nei playout ai danni del Savoia e di garantirsi la sudatissima permanenza nel “calcio che conta” ai danni dei giallorossi siciliani. Per Salandria, adesso, potrebbero aprirsi nuovi scenari. Alcuni club, anche di categoria superiore, sono sulle tracce di questo interessante prospetto calabrese. Albidona, intanto, si coccola il “suo” talento e l’Alto Jonio cosentino rivendica il suo ruolo di territorio fertile per la nascita e la conseguente esplosione di promesse calcistiche.

Pasqualino Bruno

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