Scappano dall’Africa (Sudan, Somalia, Eritrea, Libia), dal Libano, non solo per cercare un mondo migliore ma il più delle volte per salvarsi da guerre “tra poveri” dove a guadagnarci sono le solite nazioni che utilizzano la pace soltanto per propaganda. Donne, ragazzi, bambini pagano migliaia di dollari agli scafisti della malavita organizzata per salpare su barconi stracolmi dove il rischio di affondare è pari, se non superiore, alla possibilità di arrivare sulle coste calabresi. Da qualche tempo il porto di Corigliano Calabro è stato individuato come approdo di emergenza per dare respiro a Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria, la Sicilia. Ma se da una parte l’accoglienza passionale delle genti della Sibaritide non ha eguali, dall’altra si registra una preoccupante disorganizzaione delle istituzione deputate nella gestione del fenomeno. Lunedì sono sbarcati a Corigliano 475 migranti, donne incinte, tantissimi minorenni. I centri di accoglienza traboccano, ed ecco che questa povera gente viene smistata in quelle strutture ricettive private (hotel, agriturismi, B&B) che accettano di ospitarli, ovviamente a pagamento con una somma che si aggira attorno ai 35 euro a migrante, al giorno (più un kit di pulizia, la ricarica telefonica e 2,50 euro di diaria al giorno a ciascun profugo). In un albergo di Amendolara ne sono giunti, smistati dalla Prefettura, una cinquantina e secondo indiscrezioni altrettanti sarebbero attesi presso il secondo albergo del paese, sempre alla Marina di Amendolara.
Dovrebbero restare sino al 28 giugno in attesa di essere trasferiti presso un centro di accoglienza. Ma stare in una struttura ricettiva significa sottoporsi a registrazione e identificazione, ecco perchè tanti di loro scappano e si incamminano senza una meta. C’è che li ha visti lungo la Ss 106 tra Roseto e Montegiordano e tra Trebisacce e Villapiana. Una quindicina, probabilmente dopo essersi allontanati dall’albergo di Amendolara, sono arrivati nel limitrofo comune di Roseto Capo Spulico, dove questa notte hanno dormito in una tenda nei pressi del campo sportivo assistiti dall’Associazione Nazionale Carabinieri (sezione di Roseto Capo Spulico) e della Protezione Civile Lucana. Sono stati sfamati (anche grazie alla solidarietà di qualche market locale) e forniti di un cambio di vestiti. Alle 14 di oggi (giovedì) sono partiti (con il bus sostitutivo delle Ferrovie dello Stato) alla volta di Roma, dove ad attenderli ci sono i familiari che prima di loro hanno sopportato lo stesso viaggio: almeno così ci raccontano i giovani profughi. Loro arrivano dall’Eritrea. Tanti sono minorenni, altri hanno tra i 20 e i 30 anni. Sono partiti a marzo, hanno attraversato il deserto, sono stati perseguitati in Libano prima di imbarcarsi. Sono ragazzi e ragazze. Nei loro occhi il sogno di una vita migliore. Tirano un calcio al pallone in attesa di partire per Roma: un calcio al passato. I biglietti glieli hanno regalati alcuni cittadini di Roseto che hanno fatto una colletta.
Questi migranti sembrano avere le idee chiare. Per loro la Sibaritide è un punto di passaggio: puntano alle grandi città del Nord, alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra. Ad Amendolara in queste ore si discute, sia nelle piazze reali che in quelle virtuali, sulla questione. Per domani (venerdì) alle 18.30 è indetta un’assemblea popolare in Comune. Il sindaco Antonello Ciminelli ha scritto al Prefetto di Cosenza lamentando di essere stato tenuto all’oscuro di tutto, il che secondo il primo cittadino ha provocato un certo allarme nella popolazione, la quale non potendo contare su notizie ufficiali si è affidata al chiacchiericcio, creando inevitabilmente fazioni tifose per la squadra della solidarietà e per la squadra del “rimandiamoli a casa loro”.
«Mentre i Comuni si dibattono in gravissime difficoltà finanziarie – scrive Ciminelli al Prefetto – e moltissimi nostri cittadini non riescono ad arrivare a fine mese, lo Stato si permette di ospitare queste persone in alberghi a quattro stelle». Sicuramente l’Alto Jonio è un corridoio di passaggio per questa povera gente, ma in tanti sono pronti a scommettere che questo caso di smistamento di migranti non sia affatto l’ultimo. «Non è giusto accollare sulle comunità locali – commenta ancora il sindaco di Amendolara – il falso buonismo dei nostri governanti, che dalle loro scrivanie dorate parlano di accoglienza e solidarietà. Questo è il vero razzismo. Noi, ad Amendolara, non siamo attrezzati per far fronte a questo tipo di emergenze. Ad Amendolara conosciamo benissimo – conclude – i valori dell’accoglienza con almeno 200 rumeni e una cinquantina di maghrebini perfettamente integrati che mandano i loro figli nelle nostre scuole e fanno vita sociale». Sul fenomeno dell’immigrazione clandestina continuano ad esserci responsabilità pesanti da parte del Governo Italiano e dell’Unione Europea, sempre impacciati a legiferare quando si tratta di porre un freno a fenomeni di business costruiti sul malaffare.
Vincenzo La Camera