Il personale della Polizia Penitenziaria del Carcere di Rossano in agitazione riguardante la criticità degli automezzi per la traduzione e il piantonamento dei detenuti. I delegati provinciali del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), hanno scritto una missiva al Ministero di Grazia e Giustizia per segnalare il problema: 1 Ducato Maxi su 4 assegnati per le traduzioni di circa 170 detenuti. 0 mezzi protetti su 3 consegnati, di cui sono fermi per ripristino funzionale o fuori uso, per la traduzione di terroristi islamici. 0 autovetture su 4 assegnate, sono in officina per effettuare il tagliando completo e risolvere una serie di anomalie. Su 12 mezzi assegnati all’Istituto Penitenziario di Rossano, per i servizi strettamente connessi al trasporto di circa 300 detenuti, al momento è disponibile un solo furgone (1 Ducato Fiat Maxi). Gli unici blindati sono in fermo in autoparco per problemi vari e per aver percorso oltre 500mila chilometri. Alcuni di questi sono stati messi su strada nel 1995 e, di conseguenza, richiedono continua manutenzione anche di carrozzeria come ruggine, infiltrazione di acqua piovana, ecc. E’ evidente, quindi, che non è solo questione di inadeguatezza, pericolosità ed invecchiamento del parco automezzi, ma anche di un problema di sicurezza e di insufficienza in merito allo stanziamento di fondi che sono necessari per il ripristino funzionale dell’intero parco automezzi. Ad oggi circa il 99,99 % dei mezzi in uso sono a rischio stop e tale dato crea un certo allarme in tutto il personale penitenziario, in considerazione dell’alto carico di lavoro che assicura l’NTP della Casa Circondariale di Contrada Ciminata, anche perché sono aumentate le traduzioni, dopo la chiusura del tribunale di Rossano, con trasferimenti giornalieri al nuovo Palazzo di Giustizia di Catrovillari. I delegati provinciali del Sappe, infine, chiedono al Ministero di farsi carico di questa problematica, affinché si possa garantire, con la consegna di nuovi mezzi blindati, la più totale sicurezza durante il trasferimento dei numerosi detenuti dall’Istituto Penitenziario di Rossano in diversi Palazzi di Giustizia e in altre sedi carcerarie regionali ed interregionali.
Antonio Le Fosse