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Migranti in hotel ad Amendolara. Sindaco: «Senza garanzie sanitarie chiudo la struttura»

Migranti in hotel ad Amendolara. Sindaco: «Senza garanzie sanitarie chiudo la struttura»
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La “bomba” migranti rischia di esplodere in tutto il Paese, e le schegge arrivano anche ad Amendolara, nell’Alto Jonio cosentino, dove da alcuni giorni in un hotel del paese sono alloggiati una cinquantina di profughi per lo più eritrei, sbarcati a Corigliano lunedì scorso. Spesso la mancanza di informazione e la mancata conoscenza del problema creano allarmismo nella popolazione, tant’è che il sindaco Antonello Ciminelli ha pensato di convocare un’assemblea popolare, che si è tenuta ieri sera (venerdì) nella sala consiliare e forse una delle più partecipate e animate del suo mandato: vista anche la delicatezza dell’argomento.

Ciò che è emerso, in buona sostanza, è la difficoltà di un piccolo paese come Amendolara, di poter garantire un’accoglienza degna di questo nome. L’Amministrazione comunale di Amendolara ha ribadito anche ieri sera il suo secco no a questa operazione, sopratutto per i possibili rischi igienico-sanitari ad essa collegati. Risulta difficile infatti, secondo il primo cittadino – nonostante le rassicurazioni della Prefettura di Cosenza – che tutti i 475 migranti sbarcati a Corigliano abbiamo potuto giovare di accurati controlli medici. Tra di loro pare vi fossero 120 casi di scabbia e 4 di malaria. La prima iniziativa da intraprendere, chiesta anche da alcuni cittadini che hanno preso la parola, consiste in un successivo e immediato controllo sanitario dei migranti alloggiati ad Amendolara, per garantire sicurezza e tranquillità alla popolazione che ormai nel corso della giornata incontra con una certa frequenza questi ragazzi per le strade del paese. Ma la situazione è più complessa di quella che sembra, basti pensare ai casi delle stazioni ferroviarie di Roma e Milano invase da profughi provenienti proprio dal Sud Italia. Tanti di loro parlano un corretto inglese e sognano un futuro professionale in Europa. Non pensano minimamente di fermarsi nella Sibaritide. Nel frattempo ad Amendolara, tanti cittadini hanno mostrato solidarietà verso i migranti con gesti materiali e sentimentali. «Il nostro non è assolutamente razzismo – chiosa il sindaco -. Ma non siamo in grado di garantire quello che il Ministero dell’Interno ci chiede. Quindi ci preoccupiamo di questa povere gente che viene lasciata allo sbaraglio».

Nell’assemblea di ieri, come era prevedibile, si sono alternati interventi con i toni tra i più disparati: dall’eccessivo allarmismo, all’eccessivo buonismo, dalla paura ingiustificata (per mancanza di conoscenza profonda del problema) a proposte interessanti. Ma il nocciolo della questione sta nel capire, come ha fatto notare qualcuno, se ciò che sta avvenendo oggi ad Amendolara è un episodio isolato o l’inizio di un processo più ampio? Secondo Ciminelli – ipotesi condivisa dalla maggior parte -, alla luce di ciò che sta accadendo a livello internazionale sulla questione migranti, potrebbe non trattarsi di un fenomeno sporadico, «altrimenti non avrei indetto un’assemblea popolare», commenta il sindaco. Il Ministero dell’Interno per mezzo delle Prefetture ha reclutato sul territorio strutture ricettive disponibili ad accogliere a pagamento i migranti. Se i profughi Nord Africani sono arrivati ad Amendolara è perchè, probabilmente, strutture di altri paesi non hanno aderito, anche in virtù dell’imminente stagione estiva. Quindi la popolazione si interroga, cercando di capire che potere hanno i sindaci di fronte a questo fenomeno, se gli stessi primi cittadini sono stati bypassati dal Prefetto nello smistamento dei migranti presso i Comuni? (Nell’Alto Jonio oltre ad Amendolara, anche in un hotel di Sibari ne sarebbero alloggiati una quarantina, ndc). E sopratutto, se una volta individuata Amendolara, con il consenso di alcune strutture private, nel prosieguo dell’emergenza, la Prefettura busserà ancora alle porte di questo paese?

Un altro dato preoccupante – che denota tutte le carenze dell’organizzazione lungo l’asse Europa-Ministero-Prefetture – si riscontra nella gestione dei profughi, dagli elementi più basilari, come l’abbigliamento. Chi dovrà fornire loro i ricambi nel corso della permanenza? Come è possibile garantire i livelli minali di igiene, nella stagione calda tra l’altro, senza che questi ragazzi e ragazze abbiano la possibilità di indossare indumenti puliti? Ad Amendolara c’è già qualche associazione chi si sta attrezzando per questo. Ciò però denota come sia impensabile allora gestire una simile emergenza senza il coinvolgimento diretto della popolazione locale, in tutta la sua solidarietà. E allora perchè le Prefetture scavalcano i sindaci (sta succedendo così in tutta Italia)? Intanto tutti i primi cittadini dell’Alto Jonio, mostrando solidarietà verso il comune di Amendolara, hanno scritto una lettera al Prefetto, per mano del sindaco di Roseto, Rosanna Mazzia, chiedendo un tavolo urgente dove discutere dello spinoso argomento.

Il primo cittadino Ciminelli nel concludere l’assemblea non usa però mezze misure. «Se non sussisteranno le necessarie garanzie sanitarie, mi vedrò costretto a procedere con un’ordinanza di chiusura dell’hotel interessato. Io ho il diritto-dovere di garantire la salute dei miei concittadini».

Vincenzo La Camera

 

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francesca marino
francesca marino
9 anni fa

un grazie infinito per le accurate e’meticolose decisioni prese per la salvaguardia e’sicurezza del territorio e dei cittadini ( stendendo un velo pietoso nel rispetto di chi scappa dalla guerra). Buona continuazione….