Ennesimo raid notturno nella notte tra domenica e lunedì presso l’ex ospedale di Trebisacce che, svuotato di servizi e di personale, di notte è ormai diventato una prateria incustodita in cui scorazzano indisturbati i ladri alla ricerca di denaro e di qualsiasi altra cosa possa avere valore venale. L’ultima incursione, a distanza di poco tempo dall’ultima “visita” in cui hanno portato via la cassaforte dall’ufficio-ticket con circa 11mila euro, si è verificata nella notte tra domenica e lunedì nel corso della quale i ladri, penetrati in modo indisturbato all’interno della struttura, hanno messo a soqquadro tutti gli ambienti in cui poter trovare denaro o merce monetizzabile a cominciare dai sotterranei in cui sono alloggiati i magazzini del materiale di facile consumo.
Qui, dopo aver forzato una porta non certamente ermetica, hanno rovistato negli scaffali, negli armadi, negli scatoloni seminando per terra tutto ciò che passava sotto le loro mani. Hanno anche provato ad aprire la porta blindata del locale dove sono custodite le cartelle cliniche, ma hanno desistito perché non erano evidentemente dotati di materiale da scasso. Da una prima verifica pare non abbiano portato via nulla di importante, trascurando di trafugare, forse perché ritenuti difficili da commercializzare, un grande quantitativo di dischetti magnetici che si utilizzano per le radiografie, i reattivi per le analisi e un apparecchio cardiologico di valore, ancora imballato. Insoddisfatti del bottino sono ripassati dall’ufficio ticket ma questa volta non sono riusciti a scardinare la nuova cassaforte che è stata ben murata e ancorata tanto che, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, hanno dovuto desistere lasciando sul posto martello e scalpello.
Andata male anche qui, i ladri-vandali si sono accaniti contro le due macchine distributrici di bevande poste nel Poliambulatorio. Le hanno aperte come delle scatolette ed hanno portato via il denaro contante contenuto al loro interno. Ieri mattina la scoperta dell’ennesima scorreria da parte del personale di servizio e della folla di pazienti che da tutto l’Alto Jonio si reca all’ex ospedale per la diagnostica e l’arrivo dei Carabinieri che hanno eseguito i rilievi mentre la gente continuava ad interrogarsi: come mai non c’è, o non funziona, la video-sorveglianza? Come mai la Guardia Giurata staziona nella guardiola all’ingresso e non all’interno della struttura in cui si può entrare da tanti altri accessi? Domande, queste, destinate forse a rimanere senza risposta, tanto il “Chidichimo” è ormai diventato… terra di nessuno.
Pino La Rocca