Continua imperterrito il leit motiv del sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, sulla questione migranti. «Il nostro piccolo comune non è in grado di gestire l’accoglienza», messaggio chiaro ribadito anche stamattina (venerdì) davanti al Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. Insieme a Ciminelli, il Prefetto ha accolto anche i sindaci di Rocca Imperiale, Oriolo, Castroregio, Nocara, Albidona, Villapiana, Trebisacce, Roseto Capo Spulico e Cassano. Un segnale importante di unione a prescindere dalle posizioni dei primi cittadini sulla questione migranti. I profughi al momento si trovano in due alberghi di Amendolara e Sibari. Ad Amendolara da 47, ora ce ne sarebbero meno di trenta, con i mancanti che hanno già preso la via del Nord e non è detto che non si trovino nella tendopoli della stazione Tiburtina di Roma o sugli scogli di Ventimiglia, bloccati dai francesi che sembrano avere subito dimenticato lo slogan “Je suis Charlie”, perché in fin dei conti la solidarietà o c’è o non c’è: non si può essere solidali ad intermittenza e verso chi ci fa comodo. Anche se proprio in queste ore sembrerebbe, manca però l’ufficialità, che la nazione transalpina stia allargando le maglie.
Tornando ad Amendolara, la posizione di Ciminelli è stata condivisa da buona parte della popolazione, soprattutto quando il sindaco di Amendolara si è giocato la carta dell’emergenza sanitaria. Oggi da quanto è dato sapere pare che i profughi eritrei alloggiati nell’albergo siano stati visitati da chi di competenza e godono di buona salute. Il sindaco di Amendolara da una parte si scaglia contro il Governo Renzi, incapace a suo dire, nella gestione dell’emergenza, e dall’altra chiede aiuto al Governatore della Calabria, Mario Oliverio. In mezzo ci sono i Prefetti che non possono che fare spallucce di fronte al malcontento dei sindaci (tanti comuni in Italia si trovano nella condizione di Amendolara), dovendo attenersi a quelle che sono le direttive del Ministero dell’Interno, che ha reclutato attraverso appositi bandi strutture ricettive private disponibili ad accogliere migranti, dietro corrispettivo economico. Anche se alcune famiglie di Amendolara in questi giorni stanno rifornendo i migranti, giovanissimi, dell’abbigliamento necessario per garantirsi qualche cambio di vestiti durante la loro permanenza nel “paese delle mandorle”.
«La situazione sul campo è diversa dalla percezione del problema che ha il grande pubblico – dichiara Ciminelli -. Siamo ben coscienti del destino di tante persone che lottano per la sopravvivenza sfidando il mare e le vessazioni dei Paesi da cui partono, ma l’Amministrazione Comunale di Amendolara è contraria alla presenza di immigrati soprattutto nel periodo estivo. È un appello che lancio a tutti gli amministratori della Sibaritide, perché quello che sembra un problema confinato alla nostra comunità, in realtà interessa ogni singolo Comune della fascia jonica».
Ma è proprio sul binomio migranti-tursimo che il sindaco di Amendolara rischia di scivolare. Perché, se fino a quando si parla di rischi igienico-sanitari le titubanze nell’accoglienza potrebbero avere un senso; queste rischiano di non essere più giustificate nel momento in cui vengono contrapposte ad un mero calo di presenze nella stagione estiva: perché in questo caso, si preferisce il business turistico (sicuramente lecito e consentito) all’accoglienza cristiana. E poi, comunque, non è affatto detto che una cosa escluda l’altra. In conclusione, ciò che bisognerebbe capire in questa vicenda è il ruolo di Amendolara. L’accoglienza dei migranti in questi giorni è sporadica, oppure il paese ormai è entrato nell’agenda del Ministero dell’Interno? E che potere hanno i sindaci se le strutture private continuano a dare la loro disponibilità nel rispetto delle norme igienico-sanitarie?
Vincenzo La Camera