Calabria, politici regionali ingordi. Spese pazze a palazzo. Chiesti anche doppi rimborsi
La Guardia di finanza ha eseguito otto misure cautelari personali e sequestri per 2,5 di beni a carico di 27 indagati, tra i quali ex consiglieri regionali della nona consiliatura della Regione Calabria, che ricoprono incarichi anche nell’attuale amministrazione, e quattro parlamentari Pd ed Ncd. E’ quanto avvenuto stamani in Calabria. Ai domiciliari è finito l’attuale assessore ai Lavori pubblici Antonino De Gaetano, che si è dimesso da assessore e autosospeso dal Pd (ma lui dice di essere estraneo ai fatti). Risulta indagata l’intera giunta della Regione Calabria, a parte il presidente Mario Oliverio. L’ex ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta rifiutò un posto nella squadra di Oliverio proprio perché De Gaetano, pur non indagato, era citato in un’informativa della Polizia nell’ambito di un’inchiesta su un presunto caso di voto di scambio alle regionali 2010.
Ai domiciliari è finito anche l’ex assessore regionale ai Trasporti Luigi Fedele, di area Ncd, il cui coinvolgimento è relativo al periodo in cui, nella passata legislatura, ricopriva il ruolo di capogruppo del Pdl in consiglio regionale. La Procura di Reggio Calabria ha poi chiesto l’arresto per il senatore di Ncd Gianni Bilardi, indagato per le ipotesi di reato di peculato e falso nella gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari. Oltre a Bilardi, altri tre parlamentari coinvolti: Pietro Aiello (senatore di Ncd) è destinatario del decreto di sequestro per 37mila euro, Demetrio Battaglia (deputato del Pd) per un importo di ottomila euro, Ferdinando Aiello (deputato Pd) per rimborsi non dovuti nella precedente consiliatura regionale prima della loro elezione in Parlamento.
Indagati anche l’ex governatore Agazio Loiero e l’attuale presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo, e gli ex consiglieri Gianluca Gallo, Alfonsino Grillo, Claudio Parente, Salvatore Magarò, l’ex presidente del consiglio regionale Giuseppe Bova, Giuseppe Giordano, Emilio De Masi, Mimmo Talarico, Sandro Principe, Pietro Amato, Bruno Censore, Mario Franchino, Mario Maiolo, Francesco Sulla. Risultano iscritti nel registro degli indagati anche Diego Fedele, figlio dell’ex assessore Luigi Fedele destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari (insieme all’assessore regionale Nino De Gaetano e al senatore Bilardi) e Giovanni Franco, collaboratore di Pasquale Tripodi. Quest’ultimo, insieme a Gianni Nucera, Alfonso Dattolo e Nicola Adamo, è destinatario della misura del divieto di dimora.
Dalle indagini, effettuate anche con intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, sarebbero emerse diverse discrasie tra le movimentazioni e i saldi in conto corrente dei Gruppi consiliari regionali degli anni 2010, 2011 e 2012 e quanto documentato nel rendiconto annuale. In alcuni casi, la Gdf avrebbe riscontrato anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’ente regionale un doppio rimborso. Le accuse sono di peculato e falso. “Esercizio tracotante potere e certezza di impunità”, è quanto scrive il gip di Reggio Calabria Olga Tarzia. Dalle indagini è emersa “una gestione gravemente omissiva in punto di controlli” e un sistema, “secondo schemi collaudati nel nostro Paese, ispirato a un esercizio tracotante del potere, che tradisce anche sicurezza di impunità”. Il giudice parla di “spregiudicato disprezzo delle regole”, che ha consentito di utilizzare i fondi “per finanziare spese personalissime con una scandalosa tracotanza”.
La redazione