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Ospedale di Trebisacce, la politica può ignorare la sentenza del Consiglio di Stato?

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Può la politica fare carta straccia dell’ultimo grado di giudizio emesso dal Consiglio di Stato che sentenzia in posizione di terzietà rispetto alla pubblica amministrazione? L’avvocato Giuseppe Mormandi che ha patrocinato, con successo, il ricorso del Comune di Trebisacce contro la chiusura dell’ospedale “Chidichimo”, dice che questo non è possibile e che, trascorsi 120 giorni dalla pubblicazione del dispositivo della sentenza, il Comune può pretendere, ope legis, la nomina di un Commissario ad Acta come titolare del potere di emanare i necessari provvedimenti amministrativi sostituendosi alla classe politica che così verrebbe miseramente delegittimata.

Questo è quello che argomenta l’avvocato Mormandi come uomo di legge, ma i cittadini dell’Alto Jonio abituati ormai a subire da certa politica le angherie più misere continuano a nutrire forti dubbi sui presunti automatismi dei poteri di uno Stato che fa acqua da tutte le parti, anche perché nel corso delle “visite di cortesia” effettuate di recente al “Chidichimo” prima dai vertici aziendali e successivamente dal Commissario ad Acta Scura, di tutto si è parlato tranne che della sentenza emessa dai giudici di palazzo Spada. I quali, si badi, non hanno detto che presso il “Chidichimo”, visto che ci sono tanti ambienti decorosi ma vuoti, si possono aprire semplici ambulatori di oculistica, o minuscole sale operatorie per intervenire su cisti, su fistole, su unghie incarnite e su verruche, interventi, questi, che del resto già si fanno, ma hanno sentenziato sull’obbligatorietà della politica di restituire ai cittadini dell’Alto Jonio il diritto alla tutela della salute e cioè il mal tolto, incominciando dai LEA (livelli minimi di assistenza) e finendo con il pronto soccorso in condizioni di emergenza-urgenza.

Del resto la classe politica regionale, sia quella targata-Scopelliti precedente che quella guidata da Oliverio, ha sempre sostenuto che chiudere gli ospedali cosiddetti minori ed in particolare quelli “di confine” è stato un grave errore strategico a cui occorre rimediare perché è aumentata la migrazione sanitaria e sono stati destabilizzati gli ospedali-spoke di riferimento che solo ora si sono resi conto che non è valso affatto il detto “mors tua vita mea” perché in questo modo la vita è diventata a rischio per tutti.

Pino La Rocca

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