A Rossano si torna a parlare della Strada Statale 106. Nel corso della giornata di sabato 27 giugno, si è tenuto un convegno all’interno dell’Audotorium Amarelli, organizzato dall’associazione “Basta vittime sulla Ss 106”, dal titolo “Ss 106: superiamo l’immobilismo”. L’evento, coordinato dal giornalista Antonio Iapichino, è stato realizzato con il patrocinio dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Rossano, della Sois (Società italiana di sociologia, sezione Calabria ndr) e di ben 13 comuni ricadenti nel basso jonio cosentino, nella valle del Trionto e nella Sila Greca.
Nell’introdurre il convegno, a cui hanno partecipato diversi amministratori locali, rappresentanti di associazioni del territorio ed esponenti di forze politiche, il presidente dell’associazione organizzatrice, Fabio Pugliese, ha messo in risalto che da cinque anni la Ss 106 è considerata come la strada più pericolosa d’Italia. Pugliese ha anche evidenziato che «ci sono 25 cantieri pronti per mettere in sicurezza la strada. Non basta: è necessario far partire l’ottavo e il nono megalotto, rispettivamente quello del tratto fra Roseto e Sibari e quello di Sibari – Mandadatoriccio». Il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, ha invece sottolineato che «negli anni sono state fatte solo parole su questa annosa problematica». A suo giudizio si è trattato di «incapacità dei governanti di saper investire in Calabria». Per Antoniotti lo sviluppo passa tramite la 106. «Se non verrà realizzata questa strada – ha concluso il sindaco – saremo tagliati fuori». Il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rossano, Carlo Plastina ha fatto notare che «questo territorio non deve stare in silenzio. Chi ama la propria terra ha voglia di dare». Pasquale Pedace del comune di Calopezzati ha rimarcato il bisogno di un cambiamento culturale. «E’ necessaria un’inversione di mentalità. Ci sono troppe vittime, troppo dolore su una strada che non c’è».
Ha concluso i lavori il poeta e scrittore, candidato al Premio Nobel per la Letteratura, Dante Maffia. Il saggista italiano ha spiegato che la Ss 106, quando è stata realizzata, nel 1928, era una strada importante, ma oggi «non è più adeguata ai tempi e ai nuovi flussi veicolari. Senza strutture – ha concluso il professor Maffia – non si va da nessuna parte».
Pasqualino Bruno