Sono tante le strade intraprese per cercare di descrivere la situazione di disagio e sofferenza in cui versa il santuario della Madonna del Castello, che sorge su un colle colpito – ormai tre anni fa – da una frana e sono tanti gli accorati appelli del rettore, don Carmine De Bartolo, ad istituzioni religiose e civili, per cercare una soluzione ed uscire da questo stato di isolamento. Tante strade che fanno pensare, e lo sanno bene i castrovillaresi, a quella strada, anzi, stradina così malmessa che bisogna percorrere a piedi per raggiungere la Casa della loro patrona. Una di queste è l’arte. Con un quadro si può esprime un’emozione, uno stato d’animo. E questo emerge dall’opera realizzata da Salvador Gaudenti, artista italo-argentino, nato a Buenos Aires nel 1958, da genitori trasferitisi da una Calabria stremata e impoverita dall’ultimo conflitto mondiale. “Why” il nome dell’opera. E quel “why”, quel “perché” se lo chiedono tutti coloro che hanno sempre visto nel santuario un rifugio di preghiera, un riferimento come luogo di culto. Un quadro in cui il pittore – che vive a Castrovillari – descrive tutta la sofferenza di Gesù.
Sono tanti i perché. Perché tanta arroganza? Perché tanta violenza? E soprattutto, perché tanta indifferenza? Il dolore di Cristo, crocifisso e abbandonato dagli uomini, che rispecchia il dolore della “Madonna dagli occhi grandi”. Un muro di mattoni che trasuda sangue e che introduce in una stanza semi buia dove la luce si affievolisce sotto un cielo azzurro. Il quadro è stato donato al santuario di Castrovillari dove ora è custodito. Tante le opere realizzate dall’artista Gaudenti e sparse nel mondo, di cui una anche in Vaticano, dal suo connazionale Papa Bergoglio, intitolata “A mi manera”.
Federica Grisolia