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Trebisacce, Raspa scuote politici e media. «Opporsi con fermezza alle trivelle»

Trebisacce, Raspa scuote politici e media. «Opporsi con fermezza alle trivelle»
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La R.A.S.P.A. fa quadrato per contrastare le trivelle e punta il dito contro chi, secondo la rete, non si oppone con fermezza a questa scelta calata dall’alto. Le associazioni che compongono la rete si sono dati appuntamento il 28 giugno a Trebisacce per discutere in merito alla delicata problematica. Secondo la R.A.S.P.A. «l’idea di sviluppo connessa allo sfruttamento di energie fossili da parte di aziende private, costituisce soltanto un aspetto di un disegno politico lobbysticamente ben più esteso e complesso: il famigerato “Sblocca Italia” qualifica le attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi come strategiche, indifferibili e urgenti, nonché di pubblica utilità; dispone che le attività di ricerca e di coltivazione siano svolte sulla base di un piano nazionale, che stabilisca dove sia possibile cercare ed estrarre idrocarburi; cancella l’autorizzazione alla costruzione del pozzo esplorativo; estromette gli Enti locali dalla partecipazione ai singoli procedimenti amministrativi; contempla per le Regioni una intesa, nei fatti, “debole”; affida la valutazione di impatto ambientale delle attività medesime alla competenza esclusiva dello Stato».

«Se si somma – continuano gli esponenti della R.A.S.P.A – la risolutezza con cui lo Stato italiano esercita questa forma sostitutiva di potere all’ambiguo testo della legge sui delitti contro l’ambiente appena approvato dalla Camera dei Deputati, nel quale, contestualmente, si è scelto di non introdurre il divieto di utilizzare la distruttiva tecnica di ispezione dei fondali marini denominata Air Gun, la strategia politica attuata dall’autorità centrale italiana risulta ben chiara: concentrare in alcune regioni le attività più distruttive, per rendere il territorio e le popolazioni deboli e ricattabili fino ad avere interi territori-pattumiera a disposizione per il fabbisogno energetico».

Secondo gli esponenti della rete, in  ragione di tutto questo, sindaci, presidenti delle Regioni e anche gli organi di stampa «devono esprimere in tempi brevi, con fermezza e con atti concreti, l’opposizione agli interessi delle multinazionali del petrolio e del gas; il profitto di pochi non può essere barattato con la salute di tutti i cittadini perché ormai i colpevoli di questo baratto e gli eventuali complici sarebbero, in tal caso, additabili con certezza».

Pasqualino Bruno

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