Pupi Avati nell’Alto Jonio per il suo film. Al via casting per le comparse
Tutto pronto nell’Alto Jonio cosentino per le riprese del film di Pupi e Antonio Avati, “Le nozze di Laura”. Domenica 12 luglio il Monastero dei Frati Osservanti di Rocca Imperiale si trasformerà in una vetrina per aspiranti attori e comparse. Nei giorni successivi partiranno le riprese vere e proprie. Per il film, da realizzare in collaborazione con Rai Fiction e che dovrebbe andare in onda agli inizi del 2016, potrebbero servire 300 comparse. Il casting, sotto la supervisione del produttore Antonio Avati e con la presenza del regista Pupi Avati, è aperto a tutti. E’ sufficiente presentarsi dalle 16 di domenica a Rocca Imperiale muniti di carta d’identità e codice fiscale e giocarsi le proprie carte.
Il film sarà il primo di una collana dedicata ai Vangeli, attualizzati in chiave moderna. «Ne “Le nozze di Laura” – ha commentato il noto regista Pupi Avati – racconto la storia di un principe del Ciad, un nero bellissimo, che finisce a raccogliere agrumi in Calabria, costretto a vivere nelle macerie del degrado, e alla fine sposa la figlia del padrone dell’agrumeto. Le nozze di questi due ragazzi così diversi sono un miracolo. Il progetto sarebbe di andare avanti così, riprendendo altri episodi del Vangelo, per recuperare quella cosa necessaria, di cui il Vangelo è intriso, che è la vicinanza agli altri, quella che il Papa chiama misericordia».
Collaborano alla realizzazione del film, il Comune di Rocca Imperiale, la Regione Calabria, il Gal Alto Jonio e la produzione Duea film. Il set delle riprese riguarderà più location. A Rocca Imperiale: località Cesine e Colfari, agrumeti, un’azienda agricola, un mobilificio, il Monastero, la Chiesa Madre e il Lungomare. A Montegiordano: l’ex cementificio e il Lungomare. Ad Amendolara centro: Piazza Giovanni XXIII e un bar. A Roseto Capo Spulico: il Lungomare e le zone panoramiche. Le riprese, che sono iniziate in questi giorni a Roma (nella foto), interesseranno anche i comuni di Strongoli (Kr) e Crotone.
Vincenzo La Camera
E’ inutile dire che si tratta di un’iniziativa da lodare. Ma, al di là del ritorno di immagine localistico, che pure ci interessa, mi pare che la trama del docufilm sia molto valida ed attuale, perché affronta il tema della “diversita” come incontro, scambio, risorsa e non scontro, diffidenza, ostacolo.Peccato che non potrà dire la sua a riguardo quel grande maestro della “diversità” che fu Federico II, costruttore, tra l’altro, dei due castelli ( Rocca e Roseto) che probabilmente compariranno nelle scene…..Complimenti a chi ha contribuito.