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Amendolara nella morsa delle fiamme, quattro incendi in 24 ore

Foto di Paoletta Murgieri

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Dopo il brutto incendio delle scorse settimane in Contrada Colfari, la giornata di giovedì, ad Amendolara, è stata contrassegnata dal divampare di quattro incendi in diversi punti del territorio. Primo su tutti, in pieno centro abitato, alle spalle dell’ufficio postale situato nel cuore del centro storico, scoppiato in tarda mattinata (nella foto). Qui i Vigili del Fuoco di Trebisacce hanno dovuto operare in condizioni critiche, con le fiamme che dalla vallata e sospinte dal vento, si avvicinavano pericolosamente alle abitazioni. Un’intera area di circa due ettari composta da vegetazione boschiva e macchia mediterranea è stata completamente distrutta dal fuoco. I residenti, a scopo cautelativo, sono stati allontanati dalle loro case, mentre per tutta la giornata i pompieri hanno lavorato per tenere a bada l’avanzare delle fiamme in una zona impervia, non raggiungibile da terra con i mezzi antincendio, e colma di rifiuti colpevolmente abbandonati nella vegetazione ad alimentarne la pericolosità. Solo in tarda serata la situazione è tornata alla normalità, consentendo ai cittadini di fare rientro nelle proprie case.

Contemporaneamente all’incendio scoppiato nel centro abitato, altre tre zone del territorio amendolarese venivano colpite dalle fiamme: in zona San Sebastiano, nei pressi del cimitero, in zona Tarianni, e lungo la SP 266 che collega la frazione marina al centro storico. Su questi fronti si sono impegnati, non senza difficoltà, gli uomini del consorzio di bonifica di Trebisacce e una squadra dell’Aib di Albidona, insieme alla polizia municipale e ai carabinieri di Roseto. Intanto l’estate avanza e le temperature continuano ad essere altissime, ma attribuire la causa di questi incendi al solo innalzamento delle temperature sarebbe alquanto ridicolo. I boschi e le periferie del territorio abbondano di rifiuti di ogni genere, le attività di prevenzione e di bonifica di queste aree restano un lontano miraggio, l’incuria e l’inciviltà regnano sovrane. Un quadro quantomai drammatico che di certo non farà dormire sonni tranquilli.

Giovanni Pirillo

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