La lenticchia di Mormanno, dalla biodiversità al presidio Slow Food

La Lenticchia di Mormanno è un ecotipo locale di Lens culinaris Medik, diffusa nel territorio di Mormanno (CS) fino agli anni “70, successivamente era ritenuta non più reperibile anche se qualche anziano agricoltore continuava a coltivarla in poche quantità. Il suo ritrovamento, avvenuto in agro di Mormanno (CS) da parte dei tecnici del Centro di Divulgazione Agricola dell’ARSAC di Castrovillari, è stato il punto di partenza di uno studio realizzato dall’ARSAC in collaborazione dell’Istituto di Genetica Vegetale (IGV) del CNR di Bari. Questa lenticchia ha una elevata biodiversità intrinseca che è ben evidente nel seme, dove si distinguono cinque diversi colori (Verde, Verde con screziature verde scuro, Rosa, Beige, Beige con screziature marrone) a cui corrispondono altrettanti biotipi e, per questo, nel 2010, in seguito a finanziamento dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, è stata riconosciuta Presidio SLOW FOOD.
Tra le lenticchie a seme piccolo come quella di Castelluccio di Norcia, di Santo Stefano Sessanio, di Colfiorito, ecc., la Lenticchia di Mormanno è quella più studiata, con l’analisi genetica e biochimica dei semi si è giunti a realizzare una sorta di carta d’identità e, ciò significa che è difficile confondere la Lenticchia di Mormanno con altre lenticchie a seme piccolo. In conclusione, l’ARSAC, in seguito allo studio realizzato con il CNR di Bari, moltiplicando la poca quantità di seme ritrovato e ridistribuendolo tra gli attuali produttori, ha creato una nuova opportunità di reddito e di sviluppo che è sotto gli occhi di tutti. Attualmente, la Lenticchia di Mormanno, grazie ai servizi dell’ARSAC, si coltiva secondo un disciplinare approvato dai produttori che esclude l’uso dei prodotti chimici.
Luigi Gallo(*)
(*)ARSAC-Centro di Divulgazione Agricola n. 2-Castrovillari (CS)