Resta molto caldo, insieme al clima ancora rovente dell’estate, il fronte della polemica sulla questione-ospedale dopo le pesanti e sprezzanti frasi rivolte dal commissario Scura alle popolazioni dell’Alto Jonio. Che non sono “quattro gatti”, come le ha definite con poco garbo Scura, ma ben 60mila cittadini che si sentono offesi e chiedono le dimissioni, o la rimozione, del Commissario. Scura viene insomma sfiduciato da tutti, dai sindaci, dai medici, dalle forze sindacali e dai comuni cittadini che si dicono pronti a tornare sulle barricate. «La misura ormai è colma: il commissario Scura deve dimettersi o essere rimosso perché ha ampiamente dimostrato di non essere all’altezza del compito assegnatogli. Oltre ad essere inadeguato a gestire la sanità della regione Calabria, egli ha rivolto, scientemente, offese gravi e sprezzanti verso l’intelligenza e la dignità sia delle popolazioni dell’Alto Jonio e della Calabria di cui, fino a prova contraria, fanno parte a pieno titolo. Egli è perciò persona non gradita non solo alle nostre popolazioni ma a tutti i calabresi, dal Pollino allo Stretto, dal Tirreno allo Jonio». È quanto ha dichiarato il sindaco di Amendolara Ciminelli interpretando il sentire comune.
«Il fatto che suscita maggiore indignazione e impone serie riflessioni, – ha scritto il vice-sindaco di Trebisacce Andrea Petta – è la circostanza che un funzionario tecnico, nominato dall’alto, senza alcuna legittimazione popolare e senza alcun mandato elettorale decida le sorti di intere comunità e territori. Viceversa, coloro che si sono sottoposti alle forche caudine del voto, che hanno ricevuto l’investitura popolare… non hanno diritto alla paternità delle scelte». C’è anche chi, il delegato all’Ambiente di Trebisacce Gianpaolo Schiumerini, vorrebbe provocatoriamente che lo stesso Scura si trovasse, da utente dell’Alto Jonio, a sperimentare sulla propria pelle una situazione di emergenza, per verificare se l’ospedale di Policoro (in Lucania) si trova davvero a pochi chilometri. Non è più tenero Antonio Ramundo dipendente dell’Asp e rappresentante sindacale della Cisl, il quale ricorda a chi avesse memoria corta che 10 anni orsono, tra la Clinica di Sibari e l’ospedale di Trebisacce, qui c’erano 200 posti-letto che sono spariti nel nulla.
«Invece di pensare a improbabili investimenti faraonici – la sua proposta – per il nuovo ospedale, si spendessero quelle risorse per ricondizionare e mettere in rete gli ospedali esistenti: visti i tempi che corrono, si eviterebbe lo spreco e avremmo una sanità più efficace e più equa per tutti». Intanto, per la cronaca, va ricordato che l’esecutivo comunale di Trebisacce, per definire una strategia condivisa sulla questione-ospedale, ha deciso di tenere un consiglio comunale straordinario e aperto da tenersi in piazza il giorno 7 settembre alle ore 17.30, mentre l’ex assessore Dino Vitola, dopo aver accusato il sindaco Mundo di aver organizzato il consiglio in una data che gli impedisce di partecipare per motivi di salute, ha invitato tutti i consiglieri comunali a dimettersi per protesta. «Dobbiamo dare un segnale forte: – ha scritto Vitola – dimettiamoci tutti noi del consiglio comunale di Trebisacce, (e non solo n.d.c.). Tutto il resto è teatro comico, è la solita pantomima politichese per mantenere i privilegi e buttare lí due parole per far credere nell’azione politica di qualcuno».
Pino La Rocca