“Con la testa e con il cuore si va ovunque” è il racconto di una vicenda personale, ma anche di una scelta che riguarda tutti coloro che si trovano ad affrontare un grande cambiamento. La vita, infatti, può cambiare da un momento all’altro, può mettere dinanzi a prove molto dure da superare e può renderci indifesi. Ma non bisogna permettere alle difficoltà di indebolirci e di far rimpiangere qualcosa che non è più come prima. Le difficoltà devono rappresentare un’opportunità, un punto da cui ripartire per una nuova meta. E’ questo il caso di Giusy Versace (nella foto), atleta paralimpica nata a Reggio Calabria, ma ancor prima, una ragazza come tante altre, dal sorriso contagioso, bella e amante della bellezza, capoarea di un’importante marchio di moda internazionale. Una ragazza come tante altre, una routine vissuta come tante altre.
Ma un giorno qualcosa è cambiato. Era il 2005, quando rientrando da un viaggio di lavoro, Giusy viene coinvolta in un grave incidente sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un guardrail le taglia entrambe le gambe all’altezza del ginocchio. Un colpo durissimo da affrontare per una ragazza che considerava le gambe «la parte più femminile del proprio corpo, con la passione dei vestitini, dei fuseaux, delle mini gonne e un debole per i tacchi a spillo». Ma quel maledetto incidente le aveva portato via le gambe, non la vita. Ed è per questo che bisognava cancellare l’immagine di una Giusy che ormai non c’era più e muovere i primi passi verso una nuova vita, con le sue “nuove gambe”, le protesi. Aiutata da un’incredibile forza d’animo, dalla fede, dalla propria famiglia, oggi Giusy Versace è un’imprenditrice della moda, è presidente di un’associazione onlus “Disabili No Limits” che raccoglie fondi per donare aiuti a chi non può permetterseli, è un’atleta: suoi l’oro e il record italiano sui 200 e 100 metri e il record europeo sui 100 metri. Giusy decide così di scrivere la sua storia in un libro “Con la testa e con il cuore si va ovunque” per offrire una concreta speranza a tutte le persone colpite da qualche forma di disabilità.
Ne parla durante l’VIII edizione della Befana del Poliziotto, organizzata dal Siulp, a Castrovillari, dove attira l’attenzione dei presenti con il racconto della sua vita. Durante l’incontro, Giusy ringrazia i medici dell’elisoccorso che l’hanno portata via da quell’asfalto e salvata, elogia l’operato delle Forze dell’Ordine. E’ una bella parentesi di una Calabria spesso denigrata e tacciata di malasanità. Ogni giorno è un dono, bisogna apprezzare le piccole cose e indossare l’accessorio più bello: il sorriso. A cosa servono delle belle gambe o dei tacchi alti se si è tristi e scuri in volto?
Federica Grisolia