Site icon Paese24.it

No Triv. Amendolara, cinque comuni ricorrono al Tar

Print Friendly, PDF & Email

E’ stato presentato, a firma dell’avvocato Paolo Colasante, il ricorso al Tar contro il Ministero  dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministero dello sviluppo economico, la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS e nei confronti della società Enel Longanesi Developments srl, per chiedere di annullare il decreto che autorizza le trivellazioni nel mar Jonio. Il ricorso, che vede come capofila il Comune di Amendolara, ha registrato l’adesione anche dei comuni di Policoro (Mt), Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico e Trebisacce. Continua a si accentua la “battaglia di civiltà” lanciata dal sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, «contro le multinazionali del petrolio e contro il governo nazionale che le favorisce». Il primo cittadino del “paese delle mandorle” si augura che con l’inizio di questo iter processuale anche altri comuni possano unirsi alla protesta volta a tutelare una delle poche fonti di potenziale sviluppo per questo lembo di terra: il mare.

Con questo ricorso di 26 pagine i cinque comuni chiedono, nello specifico, l’annullamento del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo del 12 giugno 2015, n.122 recante la compatibilità ambientale rispetto al progetto dell’indagine sismica 3D per la ricerca di idrocarburi. Una compatibilità ambientale che di fatto non può esistere in quanto la prospezione di idrocarburi utilizza la tecnica dell’air-gun (nella foto), un dispositivo che rilascia in mare una potente bolla di aria compressa per generare onde di compressione che inevitabilmente vanno a compromettere in maniera seria l’ecosistema marino. «Molteplici disposizioni di legge che regolano la valutazione di impatto ambientale sono state violate». Questo sembrerebbe il punto forte del ricorso, maldestramente sottovalutato dai ministeri che hanno varato il decreto.

Vincenzo La Camera

Condividilo Subito
Exit mobile version