Il mondo del volontariato unito per dire “basta” alla violenza sulle donne, proprio nella Giornata internazionale dedicata alle vittime di femminicidio. Ad intervenire, oggi (25 novembre), in un Teatro Sybaris gremito di studenti – perché ad essere coinvolte sono stati tutti gli Istituti Superiori della città – rappresentanti di associazioni impegnate quotidianamente ad aiutare i più deboli e le vittime di violenza e soprusi. L’incontro, organizzato dal Centro Italiano Femminile (CIF) di Castrovillari presieduto da Rosalia Vigna, moderatrice del dibattito, dall’associazione culturale Khoreia 2000, con la collaborazione degli Istituti scolastici Superiori di Castrovillari, il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato (CSV) di Cosenza, e il patrocinio del Comune di Castrovillari, è iniziato al buio – lo stesso buio che attraversa le anime delle vittime, troppo spesso tra le mura domestiche – con un estratto del monologo “Violè”, tratto dall’omonima rappresentazione teatrale di e con Angela Micieli per la regia di Rosy Parrotta, divenuto anche romanzo.
Violé subisce violenza durante la sua vita, viene mortificata, sporcata nell’animo, umiliata, vede nella maternità l’unico spiraglio di salvezza, si vede già con il suo bambino tra le braccia, ma quando le viene tolto anche questo con calci e pugni, allora ricambia quel sangue con il sangue, la sua vita con quella dell’uomo che la picchiava e maltrattava. Violé insegna ad amare e a rialzarsi con forza. Violé può essere la sorella di tutti, l’amica di tutti, la figlia di tutti. Violé può essere ciascuno di noi. A sottolinearlo nel suo intervento proprio l’autrice e attrice Angela Micieli, dell’associazione Khoreia 2000, che ha ribadito come «il vero male, ciò che uccide, sia l’indifferenza. E l’importanza delle associazioni sta proprio in questo, poiché non sono mai indifferenti».
«I centri di volontariato che operano nel territorio, il più delle volte senza fondi economici, sono fondamentali perché garantiscono assistenza sociale, psicologica e, se necessaria, legale». A ribadirlo Francesca Taranto del “Centro antiviolenza sulle donne Fabiana” di Corigliano Calabro, e a condividerlo Giuseppe Bruno, presidente dell’associazione “Marinella Bruno onlus” di Morano Calabro, con un appello rivolto ai tanti giovani presenti: «Avvicinatevi al mondo del volontariato». Sugli effetti psicologici della violenza sulle donne si è, invece, soffermata la psicologa e psicoterapeuta Stefania Graziadio: minacce, svalutazioni continue, pressioni psicologiche, degradazioni, si trasformano in violenza sessuale, fisica, economica (non disporre di mezzi per il sostentamento di sé e dei propri figli). Una violenza continua che porta a sentirsi impotenti, ad avere scarsa autostima, a sentirsi, addirittura, in qualche modo responsabili e a vergognarsi. Fino ad arrivare ad uno stato confusionale, a non percepire quasi il limite tra giusto e sbagliato, ad una chiusura emotiva, ad essere anestetizzate nei confronti del mondo. «Fondamentale – secondo la dottoressa Graziadio – è l’ascolto. Da qui bisogna intraprendere un percorso riabilitativo individuale o di gruppo. La donna arriva a vivere in funzione dell’uomo, a credere, o meglio sperare, che possa cambiare».
«Un uomo che – come sottolinea Tina Zaccato, presidente dell’associazione “Centro Studi & Ricerche Eùnomià” nel suo intervento – costruisce un rapporto di sudditanza attraverso minacce e aggressioni». «Le donne non devono mai arrendersi e chinare il capo». A dirlo a gran voce Elvira Dodaro, vice presidente del CIF provinciale che si è soffermata, inoltre, «sul nesso imprescindibile tra diritti umani e diritti delle donne, nonché sui dati particolarmente allarmanti: nel 2013, nel Sud d’Italia, i casi di femminicidio sono aumentati del 27%. La Calabria è una terra particolarmente colpita», come dimostra il caso di Fabiana Luzzi, la ragazza uccisa e bruciata dal fidanzato a Corigliano. E sul termine femminicidio ha riflettuto Caterina Chiaravalloti, presidente del Tribunale di Castrovillari che, oltre a parlare della legislazione interna che punisce ogni forma di violenza, ha ribadito come un concetto ad impatto quasi discriminatorio, non deve lasciar pensare ad una disparità di trattamento nelle punizioni. La violenza è violenza, e non ha genere.
«Solo quando non si sentirà più parlare di violenza sulle donne, tra uno, dieci o cento anni, una società civile avrà fatto davvero un grande passo avanti». A concludere così il suo intervento il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che, a sorpresa, ha dato il suo contributo a margine di un corso di formazione professionale tenutosi sempre questa mattina al Protoconvento francescano. «E’ importante sensibilizzare, ognuno con i propri mezzi e in tutti gli ambiti, e in questo l’informazione aiuta». Così da non dover trovare mai più in prima pagina casi di cronaca macchiati dal sangue delle donne.
Federica Grisolia