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Una green way lungo i vecchi binari della Calabro-Lucana

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Ma per alcune associazioni così si rischia di chiudere una pagina di storia

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Una “green way” sull’antico tracciato ferroviario che collegava, a scartamento ridotto, Castrovillari con Campotenese, sino a Lagonegro (Pz). Una “strada verde” per una fruizione ecosostenibile. E’ stato firmato da Domenico Lo Polito, sindaco di Castrovillari, durante un incontro con i membri della task force MiSe Commissione Europea, il progetto “Attraversando natura: i luoghi dell’acqua e della storia tra il Pollino e la Valle dell’Esaro”, finanziato con un importo di oltre un milione e mezzo di euro, che rientra nei Piani Integrati di Sviluppo Locale (Pisl). Nei giorni scorsi, le associazioni “Amici della Terra” e “Acanto” hanno voluto visitare, a Castrovillari, quella che fino agli inizi degli anni ’70 era una stazione ferroviaria, ripercorrendone storia e funzioni e parlandone tra cittadini comuni e appassionati. «E un progetto che dovrebbe restituire dignità al percorso ferroviario, ma in realtà, con l’acquisto di biciclette elettriche, pensiline con colonnine di ricarica e totem dove poter pagare le bollette, non si valorizzano concretamente le risorse presenti sul tracciato. E’ un investimento sbilanciato».

Il disappunto arriva non solo dai rappresentanti delle associazioni ma anche da un gruppo di cittadini di Morano Calabro, i quali hanno consegnato personalmente una lettera a Giacomo Mancini, assessore al Bilancio e alla Programmazione nazionale e ai supervisori del progetto. «Rimodulare il piano economico valorizzando le bellezze storiche e naturalistiche del tracciato; riprendere, per quanto possibile, i fabbricati disponibili e utilizzarli come strutture museali; allungare il tracciato anche verso sud in vista di un collegamento con Civita». Questi i presupposti – secondo i mittenti della missiva – per generare un’offerta turistica intelligente con importanti ricadute economiche, occupazionali e di tutela dei paesaggi, un’alternativa «di mobilità culturale e sostenibile in un territorio privo o quasi di collegamenti pubblici».

 Federica Grisolia

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