«Nessuna violazione di legge e nessun aumento discrezionale: le bollette dei rifiuti (TARI) sono state emesse nel rispetto della normativa vigente e, pur condividendo il disagio dei contribuenti per l’esosità del tributo, non è stato possibile derogare agli obblighi di legge». E’ la pronta replica dell’amministrazione comunale ai rilievi della Minoranza che, facendosi interprete della diffusa protesta per l’esosità dei tributi, ha definito sproporzionati gli aumenti tariffari e invitato i cittadini a non pagare le bollette perché gli aumenti sarebbero stati deliberati fuori tempo massimo (dopo il 30 luglio) e quindi sarebbero “illegittimi”.
Nella nota emessa dall’esecutivo, «tendente – si legge – a prevenire possibili equivoci e strumentalizzazioni», viene riportata fedelmente le legge n. 147/’13 che stabilisce i nuovi criteri a cui si devono attenere i comuni sia per le utenze domestiche che per le diverse categorie commerciali. Secondo l’esecutivo in carica sono state le novità introdotte dal legislatore e produrre gli aumenti, sia a carico delle famiglie (superficie degli alloggi e componenti del nucleo familiare), sia per le diverse tipologie di utenze commerciali (potenzialità dei rifiuti prodotti). Criteri, questi, che finiscono paradossalmente per penalizzare i nuclei familiari più piccoli, che per ovvie ragioni producono meno rifiuti e alcune categorie di commercianti (fruttivendoli, fiorai e ristoratori) che produrrebbero più rifiuti degli altri. «In ogni caso – precisano gli amministratori a scanso di equivoci – i coefficienti applicati sono quelli minimi e, per ridurre in futuro l’imposizione, si sta cercando di allargare la base dei contribuenti e di rimodulare la raccolta differenziata, per cercare di premiare i cittadini virtuosi e comunque, rispetto al 2014, – conclude la nota dell’esecutivo dopo aver precisato che in consiglio la Minoranza si è astenuta a conferma che si trattava di obblighi di legge – vi sono stati sia aumenti lievi che addirittura riduzioni di imposta, fermo restando che purtroppo il prezzo più alto lo pagano alcune categorie di commercianti, mentre per altri che hanno potenziali coefficienti di produzione di rifiuti più bassi, l’imposta è diminuita».
Pino La Rocca