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Rifiuti, Guccione denuncia: “Calabria rischia il commissariamento”

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La Calabria rischia il commissariamento per quel che riguarda la gestione dei rifiuti. A denunciarlo è il consigliere regionale del Carlo Guccione, alla luce dell’ultimo sollecito destinato dalla Direzione generale per i rifiuti e l’inquinamento al Presidente della Regione Calabria Oliverio e al Dipartimento politiche per l’ambiente. Guccione, attraverso un comunicato stampa, riporta anche i punti salienti della lettera inviata dal Ministero.

«Successivamente all’ultima riunione tenuta presso il Ministero, con i rappresentanti della Regione Calabria, lo scorso 1 settembre, l’assessore regionale all’ambiente Rizzo – si legge nella diffida trasmessa al Governatore – oltre a impegnarsi a fornire una relazione dettagliata relativa al processo di pianificazione, da inviare al Ministero entro 7 giorni, ha consegnato la presentazione delle nuove linee guida per l’aggiornamento del piano ed un cronoprogramma dell’aggiornamento dello stesso. A oggi – si fa presente nella lettera del Ministero del 5 ottobre scorso – la relazione dettagliata non è ancora pervenuta e dal cronoprogramma fornito emerge che, contrariamente a quanto comunicato in precedenza, i lavori di aggiornamento del Piano non sono ancora stati iniziati, perché lo stesso prevede la costituzione del gruppo di lavoro per la partecipazione del Piano e l’avvio dei lavori da attuare entro il 30 settembre 2015. Qualora il mancato adempimento si protragga – precisa il Ministero – non potranno non essere valutate le azioni conseguenti che non sottrarranno gli organismi regionali preposti dai vari profili di responsabilità».

Secondo Guccione, quindi, il rischio «è quello di vedere ulteriormente commissariate le istituzioni e la politica calabresi per manifesta incapacità e inadeguatezza rispetto a una priorità che andava e che va invece governata con consapevolezza. Serve quindi – ha concluso il consigliere regionale – un urgente confronto nella massima assemblea regionale perché ognuno possa assumersi le proprie responsabilità e contribuire ad indicare proposte alternative all’inaccettabile collasso definivo sulla questione rifiuti».

Pasqualino Bruno

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