Si torna a parlare di unione dei comuni cercando di ridare vita, tra i comuni che “ci stanno”, a un soggetto politico di cui molti avvertono l’esigenza per recuperare l’omogeneità territoriale perduta e per acquisire maggiore forza di negoziazione politica. L’occasione per i sindaci di tornare a dialogare su questo tema è stato l’incontro svoltosi a Villapiana sabato scorso in occasione del summit sui ritardi che riguardano al S.S. 106. Un argomento, questo, che ha fatto venire in mente a tutti la necessità di fare squadra e di evitare di fare i “don Chisciotte” di fronte a problemi che vanno ben oltre i singoli campanili. Si tratta in realtà di ridare vita, magari cambiandone per scaramanzia anche il nome, ad un soggetto politico, l’Unione dei comuni “La via del mare”, che è abortita sul nascere e che comprendeva i comuni rivieraschi di Amendolara, Francavilla Marittima, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, Trebisacce e Villapiana decisi, allora, a dare vita ad un soggetto aggregante dopo “la cacciata” di questi comuni dalla Comunità Montana dell’Alto Jonio.
E’ inutile a questo punto state a discutere di chi è stata la colpa del naufragio di un soggetto nato sotto i migliori auspici. Il risultato evidente è che l’Alto Jonio, indebolito politicamente è diventato sempre più emarginato e impoverito perché non riesce a far valere le proprie ragioni in nessun settore e in nessun contesto politico. Da qui l’esigenza, avvertita purtroppo da pochi sindaci e non da tutti, di ricostituire un soggetto istituzionale che aiuti a fare squadra. Se ne comincia a parlare da parte di pochi sindaci, decisi questa volta a non pregare nessuno ed a costituire l’unione dei comuni che “ci stanno”. Saranno gli altri, quelli che resteranno fuori, a dover spiegare ai propri cittadini, la scelta di rimanerne fuori e di scegliere di fare i solisti piuttosto che entrare in un coro polifonico.
Pino La Rocca