Giornata drammatica, quella vissuta oggi (sabato) dai sanitari del 118 di Trebisacce, conclusasi con il bilancio di un morto, di un ferito grave e di un ricovero che, se fosse stato operativo il “Chidichimo”, forse avrebbe potuto avere un bilancio meno funesto. In realtà non si è trattato di un solo incidente ma di tre diversi episodi che l’unica èquipe del 118 ha dovuto gestire, correndo da un capo all’altro del territorio dell’ex Asl di Rossano.
I fatti: intorno alle 12.15, mentre l’ambulanza si accingeva a trasportare una paziente colta da pancreatite acuta dal “Chidichimo” all’ospedale di Corigliano, arriva la chiamata per un incidente di moto verificatosi sul Lungomare di Trebisacce. A questo punto il 118, dando la precedenza all’incidente, scarica la paziente e corre sul Lungomare in soccorso del centauro V. R. 46 anni, di Trebisacce che, a bordo di una moto di grossa cilindrata, trovatasi all’improvviso la strada sbarrata da un furgone che effettuava una manovra di inversione, non ha fatto in tempo a frenare ed è andato a sbattere violentemente contro il mezzo che aveva occupato tutta la carreggiata.
Per fortuna il centauro indossava il casco e la sua velocità non era esagerata. Nonostante questo le sue condizioni, seppure non gravi, erano abbastanza serie: necessario quindi il suo trasferimento all’ospedale di Rossano per trauma facciale e vari altri traumi agli arti. Da qui, secondo notizie attinte nel pomeriggio, il giovane è stato trasferito all’ospedale civile di Cosenza. Le sue condizioni sono serie ma per fortuna non gravi.
Ma verso le 13.15, mentre l’ambulanza era ancora a Rossano, ecco arrivare al 118 una chiamata con “codice rosso” da Rocca Imperiale, distante da Rossano oltre 80 Km: una signora di Trebisacce, R.M.C., 57 anni, mentre era al lavoro presso un’azienda agricola, viene colta da infarto acuto. A questo punto l’ambulanza, a sirena spiegata e a tutta velocità, corre verso Rocca Imperiale impiegando circa 45 minuti. Risultato: è troppo tardi, la donna è già morta ed ai sanitari non resta che constatarne il decesso. Ogni commento a questo punto è superfluo: ormai nell’Alto Jonio la vita delle persone è appesa a un filo molto sottile!
Pino La Rocca