Iniziano finalmente i lavori di riqualificazione del Lungomare di Trebisacce e scoppia subito la polemica perché l’Amministrazione Comunale, pur avendo ripetutamente promesso che avrebbe convocato una pubblica assemblea per illustrare il progetto, finora non l’ha fatto. Eppure di tempo ce n’è stato visto che il finanziamento (circa 2milioni di euro) risale ad alcuni anni addietro e che l’inizio dei lavori è stato rinviato di anno in anno. Non aver reso pubblico il progetto attraverso una pubblica assemblea, ha dato così motivo ai più critici di pensare che sotto ci possa essere qualcosa di poco chiaro.
Ecco allora partire all’attacco la Minoranza che bacchetta il sindaco sui suoi prolungati silenzi. Ma tra i più sospettosi c’è l’architetto Remo Spatola, esponente del PD, che sostiene l’esecutivo in carica il quale, preoccupato in particolare per la sopravvivenza di parte dei pini d’Aleppo che incorniciano il fronte-mare, teme che essi vengano sacrificati per far posto al cemento e lancia una vera e propria crociata in difesa degli alberi. «Se non è previsto alcun taglio di alberi – ha scritto Remo Spatola – non si capisce il comportamento elusivo rispetto alle legittime preoccupazioni di chi non vuole che vengano tagliati quegli alberi piantati circa 50 anni fa, che sono sani e lussureggianti, che godono di ottima salute e che sono destinati a fare posto ad un pretestuoso anfiteatro in cemento».
Dove andranno i ragazzi d’estate? Sempre in altri paesi? Perché non è stato fatto vedere il progetto ai cittadini?». Ecco puntuale sul web la risposta del sindaco Mundo: «Con l’inizio dei lavori, molti si agitano e parlano a vanvera, senza conoscere il progetto. Così non distinguono un albero da una siepe. Nel progetto (finanziato nel gennaio 2013 a seguito di richiesta effettuata dallo scrivente nel settembre 2012), non è previsto alcun taglio di alberi». E poi, il sindaco cita Catone il Censore il quale affermava: «Non possiamo controllare le malelingue degli altri, ma una vita retta ci consente di ignorarle». Sospetti e interrogativi potrebbero comunque essere facilmente chiariti attraverso una trasparente comunicazione pubblica, anche perché i lavori prenderanno presto il posto delle parole e saranno erga omnes (alla luce del sole).
Pino La Rocca