Laino Borgo, Centrale del Mercure. «Enel e Regione accendono, noi gliela spegniamo»

La Regione Calabria ha autorizzato l’accensione della Centrale del Mercure, impianto a biomasse ricadente nel territorio di Laino Borgo, ma anche questa volta gli ambientalisti, le popolazioni della Valle, le istituzioni contrarie e il forum “Stefano Gioia” promettono di «non starsene con le mani in mano: Enel e la Regione accendono, noi gliela spegniamo». «Cancellato il diritto alla salute, danni gravissimi all’occupazione, aggressione alla preziosa biodiversità del Parco, rischi anche sotto il profilo di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata»: queste le preoccupazioni espresse dagli uomini del “no”. «L’autorizzazione all’accensione della centrale – si legge in una nota del Forum e delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della legalità e del territorio – è un gesto grave di attacco al territorio e di subalternità ai poteri forti, in questo caso rappresentato dalla multinazionale dell’energia. Se si vuole uccidere il Parco più grande d’Europa, che si abbia il coraggio di decretarlo formalmente, senza limitarsi a farlo nei fatti. E magari – aggiungono senza mezzi termini – diamone comunicazione anche all’Unesco, che lo ha ingenuamente designato a Patrimonio dell’Umanità, anziché affidarlo alla diretta gestione dell’Enel».
«La centrale – si legge – è stata spenta una volta, lo sarà ancora. Legalità e giustizia coincidono: una megacentrale in un Parco Nazionale non ci può stare. E’ già imminente la presentazione al Tar di Catanzaro dei ricorsi amministrativi contro l’autorizzazione emessa dalla Regione Calabria, ricorsi già accolti in passato dai magistrati». Ne sono convinti i sostenitori del “no”: «questa vicenda prevede una sola conclusione: lo spegnimento prima e lo smantellamento dopo di quell’ammasso rugginoso noto come centrale del Mercure».
Federica Grisolia