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Castrovillari. Sprar, accoglienza, integrazione. «La vera sfida è l’inclusione»

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«E’ l’ora della responsabilità: bisogna passare dall’indifferenza all’inclusione. La solidarietà è una scelta di vita, non uno slogan». E’ questa la vera sfida emersa dalle parole di monsignor Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio, durante l’incontro tra il Comune di Castrovillari e i cittadini, su povertà, solidarietà, accoglienza, integrazione, tenutosi oggi (martedì) al Protoconvento Francescano. Il punto di partenza è il progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) a cui l’Amministrazione ha deciso di aderire, finora nella fase iniziale della ricerca di un soggetto attuatore e poi, qualora venga approvato, con l’arrivo di venti rifugiati politici, appartenenti a nuclei familiari da accogliere in alcune case nel centro storico.

A portare l’esperienza dei propri comuni, già aderenti al progetto, i sindaci di Civita e San Basile, rispettivamente Alessandro Tocci e Vincenzo Tamburi. Due paesi più piccoli rispetto a Castrovillari, che stanno ospitando una ventina di ragazzi e che puntano così anche all’incremento di una popolazione che va sempre più diminuendo. «Bisogna tendere la mano a chi ne ha bisogno – così il primo cittadino di Civita ha esordito nel suo intervento – dando sostegno ad un progetto che, sebbene con la meraviglia e lo sconcerto iniziale di alcuni suoi concittadini, può ben funzionare». Fa leva sulla «memoria storica», il sindaco Tamburi: «Non bisogna farsi prendere dalla paura verso il “diverso”, perché “diversi”, nei tempi passati, lo siamo stati anche noi italiani». «Dietro ogni viso c’è una storia tragica – ha aggiunto il primo cittadino, che ha poi fugato ogni dubbio sulla cifra giornaliera destinata a ciascun beneficiario: nelle loro tasche restano pochi spiccioli, il resto (circa 35 euro) viene utilizzato per attuare delle convenzioni con le attività locali (supermercati, fruttivendoli, panifici), incrementando anche la prospettiva economica del territorio».

Lo definisce «un progetto di ampia portata umanitaria» il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito. «La grande sfida – ha detto – è quella di far crescere una comunità accettando la diversità. Siamo in grado di capire – si è chiesto Lo Polito – che, oggi, non esistiamo solo noi?», ribadendo, inoltre, che la «globalizzazione che stiamo vivendo è solo economica, ma non dei diritti, perché ancora esistono guerre e discriminazioni». «Chi scappa – ha concluso il primo cittadino – non lo fa per scelta e accoglierli significa dimostrare di essere un paese civile». E il futuro di un paese – secondo mons. Savino – è reso possibile solo «vivendo il valore della sussidiarietà, dove ognuno si assume le proprie responsabilità». Il Presule si è soffermato soprattutto sul concetto di povertà, «senso visibile di un’ingiustizia dinanzi a cui non si può tacere. Solo abitando le periferie e vivendo la strada ci accorgiamo di questa ingiustizia che grida vendetta al cospetto delle coscienze. Non si può capire la povertà nei salotti: da qui non si può sentire il grido di chi soffre». «E’ l’ora dei pensieri profondi – ha aggiunto mons. Savino – non dei pensieri da tweet o da post su facebook». Ed era proprio sui social network che i cittadini castrovillaresi avevano espresso disappunto o approvazione su temi come accoglienza e integrazione. Nessuno, però, ha accolto l’invito dell’assessore ai Servizi sociali Pino Russo – moderatore dell’incontro, che si è soffermato sul concetto di dignità e inclusione sociale – ad intervenire per esprimere opinioni o eventuali dubbi a riguardo.

Intanto, del tema Sprar si parlerà anche durante il prossimo Consiglio comunale, in programma giovedì (11 febbraio), alle ore 17, nella sala 14 del Protoconvento Francescano.

Federica Grisolia

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