Site icon Paese24.it

Trebisacce, lunghe code per prenotare esami sanitari. Personale insufficiente, utenti esasperati

Print Friendly, PDF & Email

File interminabili all’Ufficio Unico per le Prenotazioni (CUP) presso l’ex ospedale di Trebisacce: monta la protesta degli utenti costretti a lunghe ed estenuanti attese. La dirigenza, da parte sua, fa finta di niente e si guarda bene dall’intervenire, mentre il personale è messo a dura prova perché costretto ad operare in condizioni di grave stress lavorativo. Personale insufficiente, specie per la sostituzione di chi si assenta per motivi di salute o di famiglia, attrezzature informatiche (pc e stampanti) insufficienti, affluenza spropositata rispetto alle potenzialità dell’ufficio e, soprattutto, carente organizzazione dell’esistente.

Sono diverse, insomma, la cause delle code interminabili che si registrano quotidianamente all’ufficio prenotazioni e ticket. Con tanti utenti che preferiscono migrare nei centri privati della vicina Basilicata dove si accorciano notevolmente i tempi di attesa delle prenotazioni e delle successive prestazioni sanitarie: con il conseguente aumento del debito sanitario della Regione Calabria. Nei giorni scorsi l’ufficio, a causa di essenze per malattie, avrebbe operato con una sola unità a fronte delle 4/5 previste, mentre per diversi giorni avrebbe disposto di due soli PC a fronte dei quattro previsti. Ma anche quando i 4 PC funzionano a pieno regime, le stampanti, (nei giorni scorsi sarebbe arrivata la terza) erano solo due, per cui occorre fare la fila anche per stampare.

Quello che però fa rabbia è il fatto che al CUP si taglia su uomini e mezzi sfidando la pazienza di tanti utenti che, prima di mettersi in fila davanti allo sportello, si sono alzati di buon ora ed hanno raggiunto Trebisacce dai paesi interni, mentre in altri ambiti si continua a largheggiare ed a sprecare, come per esempio nei vari progetti organizzati per gonfiare taluni stipendi, come per esempio per il pagamento dei fitti di immobili privati che ospitano il Distretto Sanitario, il Consultorio Familiare, il Cim, il Sert e via discorrendo, mentre gran parte dei 5 piani dell’ex struttura ospedaliera restano mestamente vuoti. Da una parte, insomma, si pratica la politica della lesina e dall’altra si sprecano preziose risorse pubbliche che potrebbero essere destinate a cose essenziali.

Pino La Rocca

Condividilo Subito
Exit mobile version