Torna anche quest’anno la tradizionale “Sagra dei Piselli” di Amendolara, giunta alla settima edizione. I piselli di Amendolara, prodotto pregiato per eccellenza di questo territorio, negli anni passati (’50-’80) si sono rivelati una manna dal cielo per l’economia locale, con la loro esportazione che investiva tutto il mercato nazionale. Un ottimo microclima, piantagioni in coste soleggiate in lieve pendio per non trattenere l’acqua ed evitare così il formarsi della brina si sono rivelate condizioni ideali per questo prodotto. L’associazione “Terre&Sapori”, composta perlopiù da agricoltori, dal 2010 sta cercando di rilanciare i piselli, anche se i cambiamenti climatici recenti ed un mercato complicato lascia, per il momento, poche possibilità per diffusione massiccia di questo prodotto, rendendo non di rado vane le fatiche dei produttori che si vedono costretti ad accettare i prezzi imposti dai grossisti che poi immettono il prodotto sul mercato.
Ma la “Sagra dei piselli” vuole rappresentare soprattutto il riscatto di questa attività mantenendo sempre accesi i riflettori su un fiore all’occhiello dell’agricoltura locale. L’appuntamento è per sabato 2 aprile in piazza Giovanni XXIII, ad Amendolara centro, per le ore 19,30 (in caso di maltempo ci si ritroverà nell’auditorium), con degustazioni di piatti tipici a base di piselli accompagnati dalla musica popolari del maestro Palazzo con i “Montanari della Marina”. L’apetura degli stand sarà preceduta, alle 18, da un siparietto teatrale dal titolo dialettale “Ma pigliat u zurt”, a cura di Maria Bradascio in collaborazione con l’Associazione Libera Diamoci una Mano.
«Certo le organizzazioni sindacali di categoria e gli Enti locali che pur supportano la Sagra – ammonisce “Terre&Sapori” che organizza la manifestazione in collaborazione con il Comune, Cia Calabria Nord e A.Pro.Zoo (Agricola Produttori Zootecnici) – devono però essere meno distratti e assenti sui problemi di fondo tanto dei piselli quanto di tutta l’economia agricola della zona, che benché misera resta una risorsa fondamentale».
Vincenzo La Camera