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Riprodotto il manoscritto Historia Brutiorum. Cosenza e la sua provincia nel ‘500

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La storia di Cosenza e più in generale della Calabria prende le mosse dal manoscritto in latino intitolato “Historia Brutiorum” di Bernardino Bombini, nobile cosentino e giurista vissuto nel XVI secolo. Il manoscritto, dato per smarrito, è stato ritrovato presso la Biblioteca Nazionale di Londra ed è rientrato in Italia nel 1966 perché riscattato dall’Archivio di Stato di Cosenza. La Historia (Edizioni Prometeo, Castrovillari) vede oggi la luce per la prima volta grazie a Domenico Puntillo e Cinzia Citraro entrambi dell’Unical di Cosenza. La riproduzione del manoscritto del ‘500 è preceduta da un lavoro storico di Domenico Puntillo che ricostruisce la vita di Bernardino e della sua famiglia attraverso gli atti notarili, le pergamene del tempo nonché le opere giuridiche dello stesso Bombini e fornisce uno spaccato della città, degli usi, dei costumi, dei personaggi e degli avvenimenti più salienti del Cinquecento cosentino nella buona e nella cattiva sorte. Si tratta di una trattazione che spazia dalla storia dei Bruzi, antico popolo di stirpe italica che abitò la quasi totalità dell’odierna Calabria, descritto dagli antichi come rude e bellicoso e alla costante ricerca di libertà ed indipendenza, al passato mitologico della Calabria “Citra” e “Ultra” fino all’elencazione dei  calabresi più illustri, dai doni che la Natura ha fatto alla Calabria fino alla storia della nostra regione nel 1500: le incursioni dei Saraceni, gli Svevi, gli Angiò, gli Aragonesi… L’autore, chiaramente innamorato delle sue origini, celebra apertamente la propria città e i propri concittadini senza dimenticare comunque di allargare l’orizzonte al resto della Calabria di cui magnifica la storia e la natura. Il manoscritto del testo Bombini è di tipo aneddotico ma non mancano brani in cui il tono si eleva, ad esempio quando parla della lavorazione della seta cui fa riferimento l’immagine del baco presente sulla quarta di copertina realizzata da Rosaria Magazzù.

Bombini non dimentica inoltre di parlare dell’Alto Jonio, e non solo quando, all’inizio della Historia, delinea la suddivisione del territorio calabro e i suoi confini: <Cosenza attualmente è perciò la metropoli di coloro che vivono da Roseto Capo Spulico in giù…, tendendo direttamente attraverso quei monti al fiume Lao (ora detto Sapri)…>, ma anche ricordando la produzione di vino e di olio in terra di Calabria: <Non parlerò ancora dell’opulenta Calabria, dell’ottimo vino di Trivi, Marina, Cirella e altri posti, nonché dell’abbondanza di olio di Rossano e degli altri luoghi nella provincia…>, e ancora nel racconto storico su Rossano: <Belisario, nel frattempo, era giunto nella terra d’Otranto dalla Sicilia… C’erano truppe in abbondanza e non mancavano le navi, giunte per liberare i socii sotto assedio e tutti, preparati, dopo che i militari furono saliti sulle navi, navigarono verso Rossano. Qui gli assediati, scorgendo la flotta (dalla città, sita in alto, si vede il mare) ed esultando per l’immensa gioia, non vollero dichiarare la resa nel giorno stabilito…> e infine di Cariati: <Ricordo anche che nel mese di agosto dell’anno 1542 la flotta turca del generale Barbarossa prese Lipari…e dopo pochi giorni prese con la forza Cariati, la depredò terribilmente e la mise a fuoco>.

Il libro (Historia Brutiorum, Edizioni Prometeo Castrovillari, (577 pagg., prezzo 25,00 €) è disponibile on line su www.libreriauniversitaria.it oppure contattando direttamente gli autori Puntillo e Citraro che si sono avvalsi anche del contributo di un secondo manoscritto della “Historia” messo gentilmente a loro disposizione dal dottor Giuseppe Bombini. Il volume, dotato di un ricco apparato di note che accompagnano tanto il commento storico quanto la traduzione, costituisce un’opera fruibile a più livelli, quindi con un potenziale interesse per gli studiosi (storici, linguisti, genealogisti…) che vi troveranno dati di prima mano, ma anche commenti ed approfondimenti di vario genere, ma può interessare chiunque ami la propria terra di Calabria. Si tratta insomma di un’opera, dallo stile sobrio e fluido che, nelle sue plurime declinazioni, può andar bene per tutti.

Pino La Rocca  

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