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Vecchioni ai giovani di Rossano: «Leggete, riflettete e avvicinatevi alla cultura»

Vecchioni ai giovani di Rossano: «Leggete, riflettete e avvicinatevi alla cultura»
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Bagno di folla al Palazzetto dello Sport dei Padri Giuseppini del Murialdo, allo Scalo di Rossano, per partecipare all’incontro con il noto cantautore italiano: Roberto Vecchioni. All’importante iniziativa, organizzata dalla libreria Mondadori Bookstore di Rossano che ha dato vita alla terza edizione della rassegna culturale dal titolo: “Leggere, Riflettere, Crescere,” hanno preso parte, oltre a Roberto Vecchioni, numerosi docenti e studenti dei diversi Istituti scolastici della città (Il Liceo Scientifico, Il Liceo Classico, il Liceo Artistico ed una rappresentanza dell’Istituto Tecnico Industriale e Commerciale Statale, dell’IPSIA e del Liceo delle Scienze Umane).

Vecchioni, nel corso dell’interessante incontro nella città del Codex, ha dialogato con gli studenti del luogo rispondendo alle loro diverse domande e curiosità. Lo stesso Vecchioni, oltre a soffermarsi sulla storia del suo ultimo libro dal titolo: “Il Mercante di Luce” dato alle stampe dalla Casa Editrice Einaudi, ha voluto spronare i tanti giovani studenti, seduti sulle gradinate del Palasport, ad avvicinarsi alla cultura e, soprattutto, alla lettura che aiuta a crescere nella vita. A loro, inoltre, ha lanciato un monito, anche se annebbiati dai social-network e da altri interessi, di fermarsi a riflettere sulle problematiche che si vivono quotidianamente nella società d’oggi e su quanti vivono una vita con problemi di varia natura.

Vecchioni, attraverso questo libro, racconta la storia del docente universitario di Letteratura greca Stefano Quondam e di suo figlio Marco, diciassettenne, affetto dalla progeria. Una rarissima malattia che condanna chi ne è affetto ad invecchiare velocemente. È la storia di un rapporto profondo, scandito da un tempo che passa e non lascia né scampo né prospettive per il futuro. L’unico dono che Stefano può fare a Marco sono le parole, i frammenti delle opere antiche, la scoperta degli eroi omerici e delle donne della tragedia. E lo fa con le sue imperfezioni da uomo che si è sempre sentito diverso, con fragilità di padre straziato di fronte alla fine imminente e annunciata del proprio figlio.

Un romanzo che fa riflettere e ci insegna che, davanti alla morte e alla paura, la parola può diventare ala fondamentale per volare lontano e può diventare, allo stesso tempo, scudo per proteggersi dall’angoscia del niente e specchio per capire che siamo uguali a chi ci ha preceduto di millenni. Roberto Vecchioni, oltre ad aver dialogato con Stefania Mancuso (Docente di Archeologia e didattica del Parco e del Museo presso l’Università della Calabria), si è soffermato, al termine dell’incontro, con i numerosi docenti e studenti autografando le copie del suo libro. La mattinata, infine, è stata allietata dagli intervalli musicali a cura del Centro Studi Musicali “G. Verdi” del Maestro Giuseppe Campana.

Antonio Le Fosse

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