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Trebisacce, mare in tempesta minaccia barche. Che fine ha fatto il progetto del porto?

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Le barche non sono più di pesante legname ma di leggera resina, i vestiti per ripararsi dalla pioggia battente non sono più gli stracci di una volta ma anch’essi di plastica, ma la fatica della lotta contro il mare è ancora quella antica. Parliamo dei pescatori di Trebisacce costretti ad una interminabile e impari lotta per poter sottrarre alla rabbia delle onde le barche e le reti ogni qual volta lo scirocco ingrossa le onde e invade minacciosamente la spiaggia.

Per non parlare dei danni provocati dalla mareggiate che ha già ingoiato ed distrutto gran parte della parte terminale del Lungomare. Tutto questo si verifica perché la cittadina jonica, nonostante i patetici tentativi e le illusioni finora accarezzate, non dispone di un porticciolo in grado di accogliere la marineria e di soddisfare la domanda del turismo da diporto che certo non manca e che potrebbe diventare un punto di forza dell’economia locale.

Anche l’ultima consiliatura è infatti finita (questa volta con il Commissariamento del comune) ed il sogno del porto, accarezzato dai trebisaccesi da circa 30 anni e fatto toccare quasi con mano da amministratori forse troppo ottimisti, è rimasto ancora nel cassetto e forse sarà riesumato in campagna elettorale, come avviene ormai da anni, per diventare il solito specchietto per le allodole.

Non uno, ma due progetti, erano pronti per essere finanziati: il primo, accompagnato da grande enfasi, lo aveva redatto “Italia Navigando”, una società del settore specializzata nella costruzione di porti turistici in Italia ed il secondo, accompagnato da altrettanta enfasi, lo aveva invece realizzato una società privata, la “Five Resort srl” che, favorita dall’esecutivo comunale che le aveva assegnato una corsia preferenziale, si diceva pronta a sottoscrivere il protocollo d’intesa con la Regione per realizzare un porticciolo turistico ed un cantiere per imbarcazioni da diporto.

Sia il primo che il secondo progetto, condizionati dalla confusione e dalla solita debolezza politica sono rimasti nel libro dei sogni, mentre i pescatori continuano a dannarsi ogni qual volta il mare alza la voce e la cittadina jonica continua a cullare il sogno di dotarsi di un porto per dare continuità e sfogo alla sua storica tradizione marinara.

Pino La Rocca

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