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Saracena, rifiuti organici? Ci pensano i lombrichi

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Un nuovo tassello si aggiunge alle pratiche del ciclo integrato dei rifiuti a Saracena. E’ partito, infatti, il progetto della lombricoltura, grazie al quale anche la frazione umida potrà essere trattenuta e valorizzata attraverso l’allevamento di lombrichi. Trattasi di un metodo pratico che permette di trasformare i rifiuti di natura organica in terriccio con un processo ecologico e naturale. Attraverso la degradazione di residui organici operata dai lombrichi si ottiene l’humus che, insieme all’acqua, all’aria e alla microflora, contribuisce alla formazione dello strato fertile del suolo, facilmente e prontamente assimilabile dalle piante. L’investimento per realizzare l’impianto è stato di 50 mila euro, di cui – precisano dal Comune – circa 40 mila ammortizzati con il mancato conferimento in discarica degli ultimi tre anni; 10 mila dalla sponsorizzazione di Enel Green Power.

«Con la messa a regime della lombricoltura – ha dichiarato il sindaco, Mario Albino Gagliardi – Saracena esce definitivamente dal fallimentare sistema regionale e diventa a tutti gli effetti autonoma: i rifiuti prodotti diventano ricchezza a beneficio della comunità».

L’umido viene direttamente raccolto tre volte a settimana e trasferito presso l’impianto di lombricoltura che, dopo una prima fase sperimentale attivata dal mese di ottobre 2015, è entrato in pieno regime a decorrere dal 1° maggio scorso. I sacchi vengono prelevati presso le utenze domestiche e commerciali; il materiale in essi contenuto una volta depositato viene selezionato mediante strumenti manuali. I rifiuti di natura organica vengono disposti a strati sulle lettiere. Dall’essiccamento al graduale riempimento fino a diventare compost. È, questo, il processo che mediamente dura dai 4 ai 5 mesi. Il compost verrà quindi insaccato e distribuito agli agricoltori, che lo riceveranno gratis per due volte fino al mese di luglio.

È di 32 mila e 600 euro all’anno – rende noto il Comune – il risparmio ottenuto dalla mancata consegna dell’umido; se si calcola che vengono pagate due borse lavoro per categorie svantaggiate per un totale di 15 mila euro, il guadagno netto è di 17 mila e 600 euro annui.

Federica Grisolia

 

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