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Sgarbi a Rossano per il ritorno del Codex

Sgarbi a Rossano per il ritorno del Codex
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Il Codex torna a casa. Dopo 4 anni di lavori di restauro, a cura dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del Patrimonio archivistico e librario di Roma, il manoscritto onciale greco del VI secolo, che contiene un evangeliario con testi di Matteo e Marco, è ritornato finalmente a Rossano. Un fiore all’occhiello per la città bizantina e un sicuro volano per la crescita dell’offerta turistica del territorio della Sibaritide. Il codex sarà esposto al pubblico a partire da oggi (sabato 2 luglio ndr) nel museo diocesano di Rossano, completamente rinnovato per l’occasione e arricchito da un allestimento multimediale. Il manoscritto, inoltre, verrà collocato all’interno di una teca climatizzata che ne garantirà il monitoraggio continuo.

Arrivato a Rossano Codex

Arrivato a Rossano Codex

Ad anticipare la visione ai turisti dell’antico Codice, la conferenza stampa organizzata per il rientro del prezioso evangeliario, avvenuta ieri, primo luglio, e a cui hanno preso parte il direttore dell’ICRCPAL, Maria Letizia Sebastiani, Maria Luisa Riccardi, restauratrice del Codex Purpureus Rossanensis, lo  storico dell’arte e neo assessore alla Cultura del comune di Cosenza, Vittorio Sgarbi, Monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano-Cariati e il nuovo sindaco di Rossano, Stefano Mascaro.

Dall’autorevole voce di Sgarbi sono arrivate parole d’amore nei confronti del Codice. «Il Codex – ha spiegato lo storico dell’Arte – rappresenta una testimonianza fondamentale del mondo cristiano e dell’Occidente bizantino, che ha a Rossano un suo rifugio e la sua fortezza. Esso contiene in sé tutti i valori cristiani e artistici di una grande civiltà – ha aggiunto Sgarbi – che Rossano ha rappresentato e che il Codice, non nato qui, potenzia e fortifica». Sgarbi, che già qualche mese fa ha rimarcato l’importanza del Codex per la Calabria, non ha perso tempo per sottolineare il valore del manoscritto rispetto a opere come la passerella di Christo, definita dallo storico dell’arte qualche giorno fa «una trovata divertente, un’operazione molto riuscita, ma non è arte».

Gonfia il petto d’orgoglio il sindaco della città bizantina, Stefano Mascaro. «Il rientro del Codex rappresenta un momento di gioia e di aggregazione per la società. Per il futuro – ha spiegato il nuovo primo cittadino di Rossano – cercheremo di fare di più per valorizzare al meglio il brand di Rossano Città del Codex. Obiettivo primario oltrepassare i nostri confini territoriali, dando al Codex e alla città bizantina una risonanza mondiale». Mascaro, inoltre, ha chiesto aiuto “al suo amico” Sgarbi per «pensare insieme al rilancio del centro storico». Il Codex è stato ritrovato nel 1879 all’interno della sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano ed ha avuto già un restauro importante nel lontano 1917. Nell’ottobre del 2015 è stato riconosciuto quale Patrimonio dell’umanità e inserito dall’Unesco tra i 47 nuovi documenti del “Registro della memoria mondiale”.

Pasqualino Bruno

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