“Sibari-Taranto”, due treni non si scontreranno mai. Ferrovie vuote, Ss 106 piena di pullman

Nella foto, il tratto di ferrovia jonica nel comune di Roseto Capo Spulico
Tra le tante vittime innocenti estratte dalla lamiere contorte dei due treni coinvolti nel disastro ferroviario in Puglia per le popolazioni calabro-lucane si fa largo un’amara consolazione: sulla linea ferroviaria jonica, almeno nel tratto Sibari-Metaponto-Taranto, due treni non si potranno scontrare mai. E’ vietato per legge!
Eppure il binario è rigorosamente unico e insicuro come quello che ha provocato la tragedia, ma unico è anche il treno che lo percorre e che non si scontrerà mai con un altro treno che viaggia in senso opposto. Infatti su questo tratto di rete ferroviaria, sul quale sono state chiuse tutte le stazioni, ormai da anni viaggia un unico treno superstite, il Bari-Reggio Calabria, che effettua due corse giornaliere, una di mattina e una di sera. Per il resto il collegamento su questo tratto di linea ferrata, nonostante l’enfasi con cui si decanta la sicurezza dei binari rispetto alla strada, è stato sostituito dal trasporto su gomma effettuato con autobus di linea che le due committenti, Trenitalia e Regione Calabria, prendono a noleggio dai privati e li destinano sulla funesta S.S. 106 ad affrontare i pericoli ben più gravi della “strada della morte”.
Davanti all’immane tragedia (nella foto a sinistra) che ha strappato alla vita ben 27 persone e riempito gli ospedali di oltre 50 feriti l’Italia intera è rimasta attonita, stordita da tanto orrore che grida vendetta, ma l’ennesimo incidente ha offerto spunti di amara riflessione sull’arretratezza del Sud rispetto al Centro-Nord e sui sistemi di sicurezza che al Sud, nell’era dell’informatica e della tecnologia avanzata, risultano antiquati e paragonabili al primo dopoguerra. Oggi, putroppo, la vera notizia non è il pur gravissimo disastro ferroviario attribuito per il momento a un errore umano, ma è la conferma che il Sud rimane una colonia dell’Italia, con il “Bel Paese” diviso ancora in due, fra chi ha molto a spese di tutti e chi manca del minimo e persino dell’indispensabile. In questo contesto le ferrovie sono il paradigma negativo della situazione e la prova provata del modo in cui si è concepito, costruito e mantenuto, come diceva Pasquale Saraceno, (noto meridionalista nato a Sondrio) un “Paese duale”. «I morti di Andria – ha commentato amaramente lo scrittore pugliese Pino Aprile – sono le vittime innocenti di una guerra razzista contro i meridionali e l’abbandono ferroviario è solo uno dei modi in cui questo razzismo si manifesta. Se vi sembra eccessivo, prendete il treno per Matera, o per Trapani, o per Crotone. E Dio vi accompagni».
Pino La Rocca
Conosco bene questa linea, una volta ricca di treni( erano così tanti e passavano puntualmente tanto da far da orologio per quelli del posto) e con le stazioni e caselli pieni di vita. Ora stazioni e caselli abbandonati, tanti posti di lavoro persi. In più, ironia della sorte, da quando la hanno elettrificata, sono scomparse le littorine a diesel ed i treni a motrice elettrica non sono mai venuti. Con una eleganza tutta truffaldina si parla di autobus sostitutivi. Ma provate a prenderne uno. Primo non è puntuale come i treni, secondo percorre la 106 e ad ogni paese la lascia per andare alle varie stazioni. Non solo quindi mezzi più inquinanti che affollano la 106, ma viaggi da terzo mondo. D a Roseto a Taranto, distanza 80 km, impiegano due ore! A questo punto due le alternative: una metropolitana elettrica o la dismissione della ferrovia con la trasformazione in pista ciclabile. Personalmente potersi per la seconda!
Il treno è il mezzo più sicuro, dicono le statistiche, decido di partire da Bari per andare a Reggio Calabria e visitare il museo dove sono conservati i famosi Bronzi di Riace. Mi informo sul sito di Trenitalia e trovo un treno in partenza da Bari alle ore 07:15 (treno 12611) il quale arriva a Taranto alle ore 08:43, cambio treno (BA506) partenza da Taranto ore 08:43, dopo 2 ore e 35 minuti arrivo a Sibari. Attenderò 1 ora e 8 minuti per per prendere un autobus che mi porti a Castiglione Cosentino dove dovrei arrivare alle ore 13:30. Alle ore 13:43 prenderò il treno 3847 ed alle ore 16:10 arriverò alla stazione di Reggio Di Calabria Centrale. Durata totale del viaggio circa 9 ore, costo minimo del biglietto 32 euro.
Poi leggi il clamoroso caso ferrovie: 98,8% di fondi al Nord. Al Meridione è destinato l’1,2% degli investimenti ferroviari. Dei 4.859 milioni di euro stanziati per le ferrovie, 4.799 milioni di euro saranno ripartiti da Firenze in su e 60 milioni a Sud di Firenze
Il quadruplicamento della linea ferroviaria Lucca-Pistoia (poco a Nordovest di Firenze) da sola assorbe il triplo di tutte le risorse assegnate in questa tornata alle ferrovie del Mezzogiorno. Il territorio delle 8 regioni Meridionali corrisponde al 40% del territorio nazionale ed al 33% della popolazione che versa il 24% delle tasse. Non ho dati su come siano stati ripartiti i 60 milioni di euro tra le regioni a Sud di Firenze. Visto il servizio ferroviario calabrese posso affermare con certezza che le tasse versate dai calabresi servono a finanziare le ferrovie delle altre regioni ed in modo particolare quelle del Nord.
Debora Serracchiani, che coordina il tavolo trasporti, ha detto che in Italia bisogna investire soprattutto in ferrovie e «soprattutto al Sud». On. Serracchiani la invito, andiamo insieme a Reggio Calabria per vedere i Bronzi di Riace. Proviamo a percorrere la Calabria Jonica in treno, un consiglio si liberi da impegni istituzionali almeno per 1 settimana, la tratta ferroviaria è sicuramente inferiore come chilometri rispetto alla distanza tra Roma e Milano, che si percorre in 2 ore e 55 minuti. Per riprendere da dove siamo partiti, togliete tutti i treni la ferrovia della Calabria Jonica sarà sempre piu’ sicura i morti li contiamo sulla Statale Jonica e sulle altre strade calabresi. Se togliete i treni eliminate anche la linea ferroviaria quell’ obbrobrio che ci ostacola per raggiungere le splendide spiagge.
Complimenti a sg. Luigi che ci sta dicendo che i valori create con sacrifici enormi sono un punto di riferimento per le nuove generazioni. La distruzione delle ferrovie del sud sarebbe una tragedia per la popolazione . Cari politici pensate anche alla nostra vita e dei vostri figli non soltanto alle vostre tasche.
Non esiste da anni il treno diretto da Bari a Reggio! Inoltre la sicurezza non è inficiata dal semplice binario, ma dalla mancanza di sistemi come blocco elettrico e SCMT! Infine, se la Calabria non paga i treni e preferisce far circolare i bus, cosa che accade anche in Basilicata, cosa ne vogliamo dallo stato??? Il discorso non è propriamente corretto: non bisogna infatti parlare a sproposito di sicurezza ma stigmatizzare l’assenza di investimenti al sud! E quest’altra anche da noi dipende, visto che continuiamo a mandare gentaglia a governarci!!!
Purtroppo quel che si osserva nel sud è molto amaro, ma non è che nel nord si possa festeggiare. Partiamo dal sud: la ss 106 è detta la strada della morte, ovviamente un servizio ferroviario decente esercito con mezzi moderni potrebbe funzionare benissimo anche sul binario unico. Oggi vi sono tecnologie che consentono di guidare i droni in remoto, si potrebbero benissimo guidare i treni. Il problema è un altro: è necessario far circolare i pullman. Sarebbe meglio avere dei servizi integrati: arrivi alla stazione con il treno e vi è il mezzo che ti porta al paese, il tutto con un biglietto unico. Invece vi è la frammentazione dei vettori con orari inconciliabili, fermate difficili da trovare, servizi assenti nei festivi, ecc. Ovviamente il cittadino in queste condizioni non sarà attratto dal mezzo pubblico. L’unica cosa che spinge ai mezzi pubblici è il codice della strada ed il consumo di alcolici. Il treno per essere attraente deve assomigliare moltissimo ai minuetto che sono bassi ed hanno portiere ampie, viaggiano veloci anche con il semplice biglietto di II classe. Si vedano gli esempi delle FAL o delle FDC. Grazie per lo spazio concesso.