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Amendolara, tradizione e pallone. Calcio di inizio per il “Torneo del Capretto”

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Per il terzo anno consecutivo, con impegno e passione, i ragazzi di Amendolara hanno organizzato il tradizionale Torneo del Capretto che ha visto il calcio di inizio ieri (mercoledì). Un torneo rispolverato tre anni fa e che richiama gli antichi fasti del calcio amatoriale amendolarese: anche per questo alla competizione partecipano numerose “vecchie glorie”. Il torneo si svolge, come da tradizione, nel campetto di Novantanove, all’ingresso della Marina di Amendolara e quest’anno vede ai blocchi di partenza sei squadre da nove giocatori ciascuna (sei in campo e tre in panchina). Ma perchè Torneo del Capretto? Perchè storicamente il premio per la squadra vincitrice è l’ambìto quadrupede ovino a cui quest’anno si aggiungono cinque litri di vino. Al secondo posto, invece, un gallo ruspante e i tradizionali frizzuli (pasta di casa).

Singolari i nomi scelti quest’anno dagli organizzatori che per mantenere il legame con Amendolara (dopo aver preferito negli anni passati i nomi delle contrade e dei rioni) hanno optato per i prodotti tipici, rendendo il “Torneo del Capretto” succulento anche in campo e non solo nella tavolata finale. Le squadre sono: Fav e vuccular (fave e pancetta); ‘A Licurd (zuppa contadina a base di cipolla e uova); Sicc e pisill (seppie e piselli); ‘A stigliol (la stigliola: interiora di capretto fritte in padella con aromi); ‘U pastizz (panzerotto al forno ripieno di carne) e Pipruss crusch (peperoni interi saltati nell’olio). L’organizzazione ha trovato la collaborazione di alcuni sponsor e dell’Amministrazione Comunale e prevede alla fine del torneo la cena di gruppo a prescindere dal vincitore. Ma lo spirito amichevole del torneo non toglie assolutamente nulla al grado agonistico, sempre molto acceso con l’obiettivo della vittoria finale.

La manifestazione che ha il merito di creare un minimo di movimento estivo in un luglio solitamente privo di appuntamenti, prova nello stesso tempo a “riabilitare” il vecchio campetto di Novantanove, abbandonato per il resto dell’anno. La speranza dei giovani di Amendolara è quella di un recupero definitivo dello storico terreno di gioco che, inspiegabilmente (nonostante la Marina di Amendolara, a vocazione turistica, non ha nessun campo di calcetto), è stato dimenticato dall’Amministrazione comunale.

Vincenzo La Camera

 

 

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