Trebisacce, bimbo salvato al Punto Primo Intervento
I medici del Punto Primo Intervento di Trebisacce, coadiuvati da un anestesista in servizio presso il Reparto di Lungodegenza, soccorrono un bimbo di tre anni arrivato al presidio ospedaliero in stato comatoso e, dopo averlo rianimato e opportunamente intubato, lo trasferiscono con l’eliambulanza presso il Reparto di Pediatria dell’Annunziata di Cosenza. L’episodio, che mette in evidenza le criticità della sanità nell’Alto Jonio dopo la chiusura del “Chidichimo” soprattutto nei casi di emergenza-urgenza, si è verificato nella tarda mattinata di ieri, domenica.
I genitori del bimbo, in preda al panico, valutata l’aggravarsi della situazione del bambino che accusa un forte stato febbrile da tre giorni, lo accompagnano al presidio ospedaliero. Qui i sanitari di turno, resisi subito conto trattarsi di crisi respiratoria, fanno intervenire il medico anestesista il quale, pur non essendo tenuto a farlo, si adopera mettendo in atto le metodiche previste dal protocollo laddove è necessario rianimare il paziente e, insieme ai medici del PPI, pur senza disporre delle attrezzature pediatriche necessarie, lo rianimano e lo stabilizzano.
Nel frattempo, per evitare di perdere tempo prezioso, contattano la centrale operativa del 118 di Cosenza da cui in pochi minuti parte per Trebisacce l’Elisoccorso per trasferire il bimbo e metterlo nelle mani dei medici del Reparto Pediatrico e di Rianimazione Infantile dell’ospedale Hub di Cosenza. Tempo mezzora circa e l’Eliambulanza atterra nella piazzola dell’area industriale utilizzata per le emergenze e trasferisce il bimbo all’Annunziata di Cosenza, dove il bimbo è tuttora ricoverato ma, pare, fuori pericolo.
Pino La Rocca
Sono il medico rianimatore dell’Elisoccorso di Cs che ha trasferito il piccolo presso l’ospedale di Cosenza , e per onesta’ intellettuale e professionale, devo dire che il piccolo sicuramente non era cosi’ grave per come scritto , un piccolo pz degno della massima attenzione clinica ovvio, ma sicuramente non era “intubato” ne’ in coma……..capisco le lotte che si vogliono fare per e pro i presidi ospedalieri, o la esigenza di visibilita’ di alcuni, ma bisogna comunque dire e raccontare i fatti per come avvengono. Poi la “salvezza” di una persona avviene quando tanti anelli della rete emergenziale si concatenano e tante importanti professionalita’ agiscono all’unisono. Vorrei precisare poi, che l’elisoccorso non e’ solo un banale mezzo veloce di trasferimento, ma il mezzo tecnologicamente piu’ avanzato con il personale piu’ qualificato a bordo di cui dispone un servizio di emergenza urgenza regionale, insomma una rianimazione volante!!! che opera intensivamente anche durante i minutii del volo di trasferimento di un paziente. Questo a precisazione di cio’ che casualmente leggo qui.
caro prof gagliardi sono un infermiere professionale presente il giorno nel PIP di Trebisacce.Come dice lei il bimbo non era intubato ma in grave sofferenza respiratoria.e’ stato ventilato ma poi venga lei in un PIP senza nesuna attrezzatura sia teconologica che farmacologica invece di VOLARE
saluti infermiere professionle del PIP di Trebisacce
Nessuna enfasi e nessun pietismo per perorare la causa dell’ospedale, che pure sarebbe un sacrosanto diritto delle nostre popolazioni a cui è stato scippato l’unico presidio ospedaliero presente nel raggio di 100 chilometri e sono condannate a vita ai viaggi della speranza, siano essi con le ambulanze o con l’elisoccorso. Ma le chiedo: al di là della terminologia usata dal cronista, che non è un medico, le condizioni del bimbo trasferito a Cosenza con l’elisoccorso erano gravi e quindi meritevoli dell’intervento dell’Eliambulanza, o no? Se non ricorrevano le condizioni dell’emergenza-urgenza, come lei fa capire, vuol dire che ci sono stati errori di valutazione e organizzativi ascrivibili alle comunicazioni intercorse tra il PPI e la centrale operativa del 118, che ha finito per provocare un danno economico alle tasche dei cittadini. Per il resto nessuno ha sottovalutato la valenza dell’attrezzatura a bordo del mezzo e tanto meno la professionalità del medico-rianimatore che opera a bordo dell’elisoccorso, ma un minimo di solidarietà e di sostegno nei confronti del suo collega che, pur non essendo di servizio al PPi è intervenuto generosamente, forse era doverosa. O no?
Invece di fare polemiche inutili e controproducenti,si dovrebbe ringraziare tutti coloro i quali nella fattispecie si sono prodigati anche in condizioni di lavoro insopportabili e scarsità di mezzi a disposizione per salvare la vita del piccolo paziente.Un ringraziamento a tutti coloro i quali hanno dato il loro contributo,a tutti i medici e professionisti sanitari impegnati per il piccolo,a cui auguro una pronta guarigione per la felicità di noi tutti.
Troppe polemiche….il Dr Gagliardi ha voluto solo precisare che il bimbo nn necessitava al momento del trasporto di essere intubato!nn ha pero’escluso che se la situazione lo avesse richiesto da li a breve…lo avrebbe fatto in una situazione piu’ottimale….e che garantisse al bambino un trasporto veloce….fermo restando che sappuamo tutti che i bambini sono forti ..ma vulnerabili allo stesso tempo…La lotta x ripristinare il PS a Trebisacce in un luogo dove le richieste di bisogno sono numerose….e che il taglio dei servizi..nn garantisce lo stato di salute..mi pare piu’che giusto….e bisogna chiedere congiuntamente con tutti e con forza che cio’avvenga….ma sicuramente la guerra tra poveri…nn e’il mezzo migliore x raggiungere tale obiettivo.
Cinzia lore’
Dal punto di vista scientifico, l’ipotesi dell’autore e’ superflua. Come ando’ che mastro ciliegia, falegname, trovo’ un pezzo di legno che piangeva e rideva come un bambino. Geppetto rifa’ i piedi a pinocchio e vende la propria casacca per compargli l’abbecedario.Pinocchio vende l’abbecedario per andare a vedere il teatrino dei burattini. Che vuoi che mi faccia di una giacchetta di carta fiorita? Se ci piove su, non c’e’ piu’ verso di cavarsela da dosso. Finale: leggerei volentieri , ma oggi non so leggere. Arrivedella, signor: scusi tanto l’incomodo e mille grazie della sua garbatezza. Leo e Collodi.