Monsignor Nunzio Galantino (Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana e già vescovo della Diocesi di Cassano) nella serata di giovedì 4 agosto, ha fatto tappa a Rossano per visitare il rinnovato Museo Diocesano di Arte Sacra ed ammirare da vicino il Codex Purpureus Rossanensis rientrato nella città bizantina, dopo i lavori di restyling durati ben quattro anni presso l’ICRCPAL (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario) di Roma, nel suo vero splendore. Mons. Galantino è stato accompagnato da Mons. Francesco Savino (Vescovo della Diocesi di Cassano allo Jonio) e da Mons. Giuseppe Satriano (Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati).
Il Codex: un Evangelario antichissimo, risalente al VI° secolo, che contiene i testi di Matteo e Marco. Un documento prezioso che, nel 2015, ha ottenuto il tanto atteso riconoscimento dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità mondiale. Il Codex fu ritrovato nel 1879 all’interno della sacrestia della Cattedrale, intitolata a Maria Santissima dell’Achiropita di Rossano, da Adolf Von Harnack e pubblicato, subito dopo, da Oscar Von Gebhardt. Si tratta, dunque, di un Evangelario in lingua greca. È composto da 188 fogli di pergamena (31×26 cm). La parte scritta è vergata in maiuscola biblica onciale su due colonne. L’importante manoscritto riporta testi vergati, in oro ed argento, ed è impreziosito da 14 miniature di cartigli descrittivi che illustrano i momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù. Mons. Galantino, prima di lasciare il Museo Diocesano di Arte Sacra, ha voluto complimentarsi sia con l’Architetto Antonio Aprelino per i lavori di restauro e sia con l’intero staff della Cooperativa “Neilos” di Rossano per la loro straordinaria preparazione e professionalità nel documentare, durante la visita, il ricco patrimonio religioso, oltre al Codex.
Antonio Le Fosse