Amendolara, presunta aggressione al Centro di Accoglienza
Una presunta aggressione o uno scherzo finito male? Un episodio alquanto particolare sarebbe avvenuto all’interno del Centro di Accoglienza Straordinaria presso l’ex Hotel Enotria ad Amendolara. Il Centro di Prima Accoglienza, divenuto poi Centro di Accoglienza Straordinaria è stato aperto ad Amendolara lo scorso novembre ed ospita al suo interno decine di immigrati.
Il fatto si sarebbe verificato nel mese di agosto e la vittima è un’operatrice del Centro, S.P., di 42 anni che durante il suo orario di lavoro, nel pomeriggio, sarebbe stata punta ad una mano con una siringa da un giovane nigeriano ospite presso il Centro. L’uomo avrebbe più volte tentato di colpire la donna con la siringa, dopo aver utilizzato la stessa per iniettarsi un farmaco.
Da quanto si apprende, la donna si era recata presso la camera del giovane per consegnargli una siringa contenente un farmaco, con l’uomo che ha aperto la porta solo dopo svariate insistenze da parte della donna, la quale conoscendo l’inglese cercava di convincerlo. Una volta aperta la porta e dopo essersi autosomministratosi il farmaco, l’uomo avrebbe provato più volte a pungere l’operatrice alla pancia e alle gambe, prima di centrarla sul palmo della mano sinistra nel mentre la donna cercava di allontanarlo.
Per la 42enne sono state necessarie le cure del caso presso il Punto di Primo Intervento di Trebisacce. In seguito all’episodio, l’operatrice del Centro ha presentato una querela ai Carabinieri di Roseto Capo Spulico, chiedendo anche che l’uomo venga sottoposto ad esami clinici per verificare la presenza di eventuali malattie contagiose.
Vincenzo La Camera
Ad Amendolara,prima o poi ,il problema dell’immigrazione dovrà essere oggetto di discussione tra i cittadini.Non è possibile che un Paese di meno di tremila abitanti debba accogliere quasi duecento immigrati e la vicino Trebisacce,paese ben più grande .nemmeno uno.
L’Amministrazione comunale e l’opposizione continuano a tacere nonostante le iniziate lamentele dei cittadini.
Cari italiani, fateci l’abitudine…