La questione migranti ad Amendolara approda in Consiglio Comunale a distanza di oltre un anno dalle prime operazioni che hanno visto giungere nel “Paese delle Mandorle” decine e decine di giovani africani provenienti per lo più da Nigeria, Libia, Somalia, Gambia. Argomento di dibattito un’interrogazione scritta dei consiglieri di minoranza Melfi, Martorano, Gaetano e Osnato che hanno chiesto al primo cittadino quali iniziative intendesse prendere al fine di tranquillizzare la popolazione in seguito anche ad un fatto di cronaca che ha visto protagonista una ragazza di Amendolara che lavorava al CAS Centro Accoglienza Straordinaria (già CPA) sito nell’ex Hotel Enotria e dove risiedono circa una novantina di persone. «Ritenendo fuorviante e prive di risposte l’intervento del sindaco – si legge in una nota della Minoranza – stamani (mercoledì) abbiamo inviato un telegramma al Prefetto di Cosenza con il quale chiediamo un incontro al fine di tranquillizzare la popolazione sia dal punto di vista sociale che sanitario».
Nel frattempo, oltre all’Hotel Enotria, da qualche giorno anche l’Hotel Grillo ospita circa cento migranti. Le uniche due strutture alberghiere di Amendolara sono oggi ricovero per questi ragazzi. E se consideriamo l’accordo tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e il Governo che prevede la possibilità di accogliere circa 3 migranti per ogni mille abitanti su territorio nazionale, è facile rendersi conto come la situazione di Amendolara (circa 200 migranti su una popolazione che non arriva a 3.000 abitanti) sia esagerata. A maggior ragione se pensiamo che le stutture di accoglienza sono entrambi nel centro abitato della Marina che d’inverno non supera i 1.000 abitanti. Dalle stime ufficiali il numero di migranti oggi in Italia (circa 150.ooo) non rappresenterebbe un peso eccessivo per il Paese, ma se ad ospitarli sono soltanto alcuni comuni ed in quantià eccessive, ecco che la situazione può diventare ingestibile nonostante si mantenga nel rispetto delle regole.
Il sindaco di Amendolara, Ciminelli, nel giro di poco tempo si è ravveduto sulle sue posizioni iniziali – come lui stesso ha dichiarato – che lo vedevano intransigente nel giugno 2015 e disponibile all’accoglienza pochi mesi dopo quando a novembre 2015 ad Amendolara Marina apriva il Centro di Prima Accoglienza. Anche se lui stesso nel Consiglio Comunale di ieri (martedì) ha dichiarato che «duecento migranti ad Amendolara Marina sono troppi», attivandosi in questi giorni per capire dal vice prefetto di Cosenza che cosa la Prefettura intenda fare presso l’Hotel Grillo.
Sulla questione migranti ad Amendolara comunque sembra essersi quanto meno aperto, finalmente, un tavolo di discussione istituzionale che da quanto trapela dovrebbe coinvolgere gli stessi cittadini in una prossima assemblea popolare. Intanto il sindaco Ciminelli continua a ripetere che la responsabilità della situazione è della Prefettura, anche se come – ha ricordato il consigliere di Minoranza, Melfi – l’apertura del Centro di Prima Accoglienza si poteva portare comunque all’attenzione del Consiglio Comunale e metterla ai voti dell’assise. «Ad Amendolara Marina, di sera, la gente non esce più di casa» ha accusato Melfi sentendosi rispondere dal primo cittadino di creare allarmismo sociale. Ad accendere i riflettori sulla questione migranti ad Amendolara è stato purtroppo la recente presunta aggressione che ha riguardato una ex operatrice del Centro di prima Accoglienza da parte di un ospite, con la magistratura che adesso dovrà fare luce sulla vicenda. Altrimenti forse ancora la situazione non sarebbe stata ritenuta meritevole di approdare in un Consiglio Comunale di un piccolo paese.
Vincenzo La Camera